Faccia a Faccia con Corrado Antani ed Ettore Mascetti

10.01.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho sempre avuto una fantasia molto fervida unita al bisogno di raccontare storie. Credo che tutto sia nato quando avevo tre anni. Mia madre mi leggeva Topolino e subito dopo io lo prendevo in mano e mi raccontavo la storia che avevo appena sentito.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo?

Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Il primo scatolone con il mio romanzo è arrivato al mio coautore che ha pensato bene di farmi un video a sorpresa. Si vedeva uno pacco chiuso e una mano con un taglierino che lo apriva e dentro c'era il nostro libro. Credo di aver perso qualche battito e nel pomeriggio sono corso subito a prenderlo in mano. L'emozione è stata quasi come quella di tenere un figlio in braccio.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Io di solito scrivo con il PC appoggiato al tavolo della cucina. Chiudo la porta è creo il mio micromondo. Mi piace ascoltare musica quando scrivo e spesso la abbino al tipo di scene che voglio costruire. Il mio sottofondo preferito sono i dischi di John Coltrane.

· A quale dei tuoi personaggi sei più legato e perché?

Direi a Caterina. Un'agente immobiliare/hacker che aiuta il protagonista dei miei romanzi nelle indagini. Ha una disabilità motoria che la relega su una sedia a rotelle ma è il personaggio più libero e attivo che abbia mai creato.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Io scrivo noir proprio per poter effettuare delle denunce sociali su determinati aspetti. Per esempio, nel primo romanzo mi sono occupato dei manicomi e del modo in cui venivano trattati i pazienti dal dopo guerra fino a la chiusura. Nel secondo libro degli anni di Piombo. Io non ho limiti negli argomenti da trattare, devono solo incuriosirmi.

· Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Scrivendo in due abbiamo una lunga elaborazione reciproca delle rispettive parti. Al termine della seconda revisione completa del manoscritto attiviamo i nostri beta, poi alla dopo la terza revisione passiamo all'editing. Avendo noi una casa editrice che si occupa di fare la correzione bozze, abbiamo scelto di lavorare con degli editor esterni.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

La prima: ho scritto per dodici anni commedie teatrali rappresentate in molti teatri del Veneto. La seconda: qualche anno fa ho scritto dei testi per uno spettacolo musicale ispirato a "Burattino Senza Fili di Edoardo Bennato". Il successo è stato tale che ci hanno invitato a Collodi, nel parco di Pinocchio, per rappresentarlo.

La terza: dopo la nascita dei miei due figli non volevo più scrivere. È stato solo grazie alla collaborazione con il mio amico Ettore Mascetti che mi è tornata voglia di farlo e adesso non intendo più smettere. Sì è una minaccia, lo ammetto.  

Corrado Antani

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho iniziato perché da alcuni anni parlavo con Corrado Antani del desiderio di raccontare una storia, ma i discorsi rimanevano sempre fumosi e inconcludenti.

Il passo successivo è stata la voglia di creare un serial killer nel nostro territorio, il Polesine è un territorio ricco di storia e di natura ma la bibliografia di questa terra è prettamente di storia e testi naturalistici; mancava un'opera di genere, ma non solo, mancava soprattutto una storia da raccontare.

Io e Corrado facemmo diversi tentativi ma non eravamo convinti della potenza delle storie che avevamo ideato, finché è stata la storia a trovare noi ce ne siamo innamorati immediatamente.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

La prima volta che ho tenuto il libro tra le mani ebbi una reazione più da lettore che da autore infatti ho subito annusato l'odore della carta, scusate ma quanti di voi non lo fa?

Per quanto riguarda vederlo sugli scaffali e in mano ai lettori è stata una reazione chiamiamola "neutra". Il mio lavoro nel commercio mi porta quotidianamente a programmare la vendita di prodotti e servizi, di conseguenza vedere il libro sugli scaffali e in mano al pubblico ho provato un certo distacco. Lo affermo con rammarico perché vorrei averlo vissuto in maniera più emozionale.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Non ho riti in particolare, cerco la tranquillità. Il mio posto preferito è in cucina e sempre nello stesso punto del tavolo. Quando scrivo ascolto a basso volume latin jazz e Bossanova.

· A quale dei tuoi personaggi sei più legato e perché?

Non sono legato a un personaggio in particolare, ma sono attratto da personaggi negativi, cinici e spietati. Credo che siano fondamentali perché servono a distruggere gli equilibri del bene e far decollare la storia.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Nel romanzo noir "Le eredità del male" io e Corrado Antani abbiamo riportato alla luce un argomento del passato, poco conosciuto e di conseguenza poco discusso ed è l'internamento della donna negli ospedali psichiatrici nel secolo scorso. Credetemi, i motivi che portavano all'internamento sono i più svariati e fanno rabbrividire considerando i passi da gigante e le conquiste che hanno ottenuto le donne oggi.

In una mia opera farei molta fatica a raccontare di maltrattamenti nei confronti di bambini, l'animo dello scrittore non riuscirà mai a prevalere su quello di papà anche se la storia è inventata.

"Amabili resti" di Alice Sebold ne è la prova, ho dovuto abbandonarlo dopo pochi capitoli.

· Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Nel primo libro a causa a nostra inesperienza abbiamo dato "in pasto" l'opera a dei beta reader, ma alcuni non hanno dato un surplus alle nostre idee, altri non hanno terminato la lettura, altri ancora ci hanno sorpreso dandoci spunti molto interessanti che ci hanno arricchito.

Poi siamo passati alla ricerca di una casa editrice e in questa fase io e Corrado Antani avevamo posto un paletto irremovibile ed era il divieto assoluto di accettare offerte da case editrici a pagamento anche se la spesa era minima; non volevamo essere clienti di nessuno.

Dopo la consulenza di un'agenzia letteraria abbiamo capito che l'opera era ancora acerba e aveva molte parti su cui lavorare personaggi compresi.

Il libro ha subito sette revisioni prima della stampa avvenuta a maggio.

Eravamo preparati a essere rifiutati, chi siamo noi per riuscire immediatamente a vincere la sfida?

Siamo emergenti, siamo sognatori ma non siamo degli illusi.

I rifiuti che abbiamo avuto dalle case editrici contattate sono stati indolori e silenziosi perché erano "non risposte", ma comunque io e Corrado anche davanti a un no avremmo guardato oltre perchè c'è abbondanza in giro!

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Ho un libretto dove annoto qualsiasi cosa possa essermi utile, d'altronde ciò che ci circonda è una continua contaminazione azioni e personaggi.

Creo delle sotto-storie riguardanti i personaggi le quali non entreranno mai nell'opera ma sono utili a far pensare e agire al personaggio, funziona perché succede che spesso è il personaggio che sa cosa fare e non io.

Ogni luogo deve esistere, questa fissazione ce l'ho da autore e da sempre come lettore, se leggo di un luogo che con la descrizione mi permette di individuarlo lo cerco.

Evviva Google Hearth!

Ettore Mascetti

Le domande dei lettori

1. Qual è, per voi, la fase più esaltante dell'intero processo creativo?

Ettore: Personalmente il confronto che ho con Corrado su luoghi, sopralluoghi da fare e personaggi da approfondire , mi diverto un sacco.

Corrado: Per me veder nascere la scena che abbiamo concordato insieme. Me la aspetto sempre in un certo modo, poi mentre la scrivo qualcosa prende il sopravvento e divento un semplice spettatore.

2. Avete mai dovuto trovare compromessi su qualche idea/avvenimento/personaggio del romanzo?

Corrado: Ci siamo fissati un'unica regola di ingaggio: tenere solo quello che funziona quindi è abbastanza facile trovare un equilibrio. Poi tieni conto che amiamo sovrascriverci uno sull'altro, i personaggi di uno sono sviluppati dall'altro e viceversa. Solo sui finali abbiamo discusso un po'. E devo dire che aveva ragione il socio.

 Ettore: ...perché la ragione la si dà ai matti.

3. Si dice che l'amicizia è anche questione di pancia (ah, non si dice così? E allora diciamolo noi). Ho notato che avete gusti simili quando si parla di cibo. Avete mai discusso di qualche scena davanti a un bel piatto profumato e un bicchiere di qualcosa? E se sì, cosa avete mangiato?

Il nostro progetto è nato in birreria e si è sviluppato spesso in Pub e Ristoranti. Durante l'estate ci troviamo ogni tanto, in pausa pranzo, in qualche locale tipico. Amiamo la cucina tradizionale e i piatti a base di pesce. Come birre spaziamo molto: belghe, irlandesi, italiane.

4. Protagonisti principali: a chi vi siete ispirati, come sono nati e quanto sono cambiati dalla prima stesura?

Il protagonista Marco Pavan è nato da una serie di immagini che avevo in testa io. Doveva essere un uomo comune, senza grandi qualità, ma con uno spiccato senso della giustizia, pur se vissuto in modo arbitrario e personale. Essendo un ex poliziotto aveva però un fiuto naturale x le indagini. Lui come gli altri protagonisti ce li siamo trovati fatti e finiti. Mentre parlavamo della storia loro c'erano già, con quelle precise qualità e dalla prima stesura sono cambiati pochissimo. 

5. Non ho capito bene. Ma sono curiosa di capire come si riesca a scrivere in due. Scrivete insieme, oppure prima uno e l'altro modifica, oppure scrivete scene separatamente e poi le collegate?

Questa è una domanda che ci fanno spesso. Noi le parti ce le dividiamo proprio, le scriviamo e poi ce le ripassiamo sovrascrivendole. Finiamo per creare uno stile terzo che è qualcosa di diverso rispetto a quello dei singoli. Chi legge non capisce chi ha scritto cosa. 

--Penso sia il sistema migliore. È come facevano Fruttero e Lucentini, e che continua a fare anche James Patterson con tanti e vari altri suoi co-autori. Funziona. Aggiunge valore. Immagino che le discussioni siano vivaci ! Mi piacerebbe molto trovare una persona con il / la quale scrivere. Scrivo anche io romanzi gialli.

Ti auguro di avere questa fortuna, ovviamente servono regole d'ingaggio chiare e una certa sintonia. Conosco molte coppie di autori dove uno vuole prendere il sopravvento oppure litigano alla prima difficoltà perché hanno visioni contrastanti. 

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