L'ultima messa del gastaldo di Diego Lavaroni
La Notte di Natale del 1843, dopo la messa di mezzanotte, a Buttrio fu assassinato Girolamo Zecchini, gastaldo del conte d'Attimis Maniago. Il Commissario distrettuale del Regno Lombardo-Veneto affidò le indagini al capitano della gendarmeria Valerio Rotario.
Furono analizzate la pista massonica, quella della vendetta passionale, ma anche della rappresaglia politica, date le frequentazioni della vittima con gli ambienti risorgimentali. Furono persino rievocate passate vicende ereticali e stregonesche.
Ma il capitano Rotario disponeva di risorse intuitive, grandi riserve di logica e di una notevole dose di pragmatismo, saranno sufficienti per districare questo ginepraio?
Dopo la messa di mezzanotte del 1843 a Buttrio, Girolamo Zecchini, il gastaldo del conte d'Attimis Maniago viene trovato ucciso e il commissario del regno Lombardo-Veneto affida le indagini al capitano della gendarmeria Valerio Rotario che iniziò subito le indagini entrando nel passato e nel presente del gastaldo senza fermarsi su una pista in particolare ma sviscerandole tutte fino a districare il ginepraio.
Diego Lavaroni ha costruito un romanzo storico che riesce a far sentire le vere ambientazioni del secolo passato documentandosi certamente sugli usi del tempo e ricreando personaggi risorgimentali. Questi li ho sentiti lontani, non sono riuscita a entrare in empatia con loro, a percepire le loro emozioni. Il commissario soprattutto l'ho sentito lontano quasi come se fossi un suo sottoposto e dovessi indagare seguendo i suoi ordini. E' un personaggio tutto d'un pezzo che sa il fatto suo e vuol risolvere i casi assicurando il colpevole alla giustizia. Belle le ambientazioni descritte e la trama che insieme a Valerio Rotario si riesce a sciogliere.