4 chiacchiere con Salvo Fuggiano

11.07.2024

1. Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

 Ho cominciato a scrivere perché vivevo costantemente preda di ansia emotiva e volevo, con le mie storie, far capire meglio come vivono persone con questo forte disturbo. Attraverso ricordi, flashback, segni e sogni, allucinazioni mixate con sprazzi di realtà, ho palesato la vita di un uomo solo che lo era perché intrappolato nel suo passato. La scrittura è stata catartica e mi ha reso un essere libero e conscio di ciò che sono oggi.

2. Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Non potrei vivere senza la lettura. Sin da piccolo il mio papà mi ha fatto appassionare alla lettura. Prima di dormire mi leggeva una favola, negli anni mi sono appassionato sempre più. Ricordo i primi classici per ragazzi. Era un viaggio solitario ma tanto appassionante. Ho diversi autori preferiti: primo tra tutti Gabriele D'Annunzio, il Vate. Il mio genere preferito resta, però, il thriller.

3. Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Ogni volta che un mio manoscritto è stato pubblicato, ho provato soddisfazione e una gioia incontenibile: i miei sacrifici erano stati ripagati. Vederlo sugli scaffali delle librerie o ricevere messaggi da chi li aveva letti mi ha dato la carica per continuare a scrivere, a raccontarmi. 

4. Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Che sia creativa o professionale la scrittura nasce da suggestioni, che poi devono essere sviluppate. Qualsiasi tipo di idea, se ben elaborata, può avere un impiego proficuo e generare infinite nuove idee. Chi scrive non può non comprendere quale grande rivoluzione sia in atto, quale mutamento della comunicazione stia avvenendo. La trovo una sfida entusiasmante. Faticosa, ma così eccitante. Ecco perché seguo l'ispirazione, non organizzo nulla. Lascio fluire le idee. Mi faccio accompagnare da loro, non il contrario.

5. Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Da bambino sognavo tanto, anche e soprattutto a occhi aperti. La scrittura non era proprio nei miei progetti, e invece oggi lo è diventata. Scrivo quando sono ispirato, quando ho qualcosa che turba la mia sensibilità. Quello è il momento giusto.

6. Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Sinceramente non ci sono personaggi di altri colleghi che avrei voluto creare io. Credo che ognuno di noi parte sempre dal suo di vissuto. Io parto da me stesso e come un ragno vado a tessere la mia tela narrativa.

7. Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Dopo aver terminato un romanzo, inizia la fase di rilettura, correzione. Poi invio tutto alla mia agenzia letteraria e si comincia con le varie fasi di editing. Dal lontano 2014 ho inviato manoscritti un po' ovunque. Naturalmente i rifiuti sono stati tanti , ma anche belle proposte. Mai scoraggiato, sono andato avanti per la mia strada finchè non sono approdato a Mursia.

8. Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Non mi va più di far male le cose.

Sono perfezionista e rompiballe.


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