Faccia a Faccia con Fabio Mundadori

09.03.2023

1. Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Spesso mi diverto a dire che ho imparato prima a leggere che a parlare, è uno scherzo ovviamente, ma un mio ricordo che spiega abbastanza bene come sono andate le cose è quello dove in prima elementare mi vedo leggere Topolino seduto su un muretto, mentre i miei compagni giocano a calcio.

Anche il piacere della scrittura è qualcosa che mi accompagna da molto: se vado indietro nel tempo mi rendo conto che svolgere un tema è una cosa che mi ha sempre stimolato e quasi mai mi è capitato di non saper davvero che cosa scrivere.

Come ho accennato nella prima risposta, c'è stato un momento preciso in cui ho deciso di far leggere ciò che scrivevo attraverso un blog aperto sulla ormai defunta piattaforma Splinder, ma è stato più che altro un pretesto, per come la vedo io chi scrive ambisce a essere letto: quanti diari segreti sono mai rimasti davvero tali?

2. Che tipo di scrittore sei?

Non saprei, sono uno scrittore che scrive :D

Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione?

Un mix delle due cose: preparo una scaletta semi fissa non troppo dettagliata, ma che circostanzia tutti gli episodi della storia dall'inizio alla fine e che mi guidi nell'eventuale improvvisazione.

Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Di solito parto da un'idea che può essere un accenno di plot, o una singola scena collocata all'inizio o al centro della storia, poi tocca ai personaggi che possono essere nuovi o presi da altri romanzi. Dei personaggi principali preparo una scheda con tutto quello che io e il lettore dovremmo sapere di loro (anche cose che forse nella storia non verranno mai fuori, tipo dove andavano a scuola, che hobby hanno, che musica ascoltano, cosa mangiano, etc.)

Dopo tocca alla storia che inizio a scrivere nella mia testa fino a quando non assume una forma che giudico decente e allora inizio a buttarla sulla carta (lo schermo) partendo dalla creazione della scaletta di cui sopra.

3. Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Ovviamente è stato molto emozionante, la prima volta si prova la stessa meraviglia che si ha davanti a una magia: l'idea che per mesi ha vissuto dentro di te diventa qualcosa che puoi stringere tra le mani e condividere con altre persone.

Poi col tempo questa "magia" perde un po' di smalto: un nuovo libro diventa spesso un esame in cui devi e ti devi dimostrare di essere migliorato.

4. Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato?

Non potrebbe essere altrimenti

Qual è stato il tuo primo libro?

Il primo libro in assoluto credo sia stato "I tre moschettieri" ma ero molto giovane e non ne sono sicuro, il primo libro che ho scelto di leggere è "Io Robot" di Isaac Asimov

Qual è il tuo autore preferito?

Italiano classico Emilio Salgari

Italiano attuale Paola Barbato

Straniero classico Isaac Asimov

Straniero attuale Dan Simmons

Qual è il tuo genere preferito?

Fantascienza e crime se la giocano alla pari

5. Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura?

No – come dicevo – sono uno scrittore normale :D

Hai un posto dove preferisci scrivere?

Io mi trovo bene a scrivere un po' dappertutto, anche se i posti che amo di più sono i treni e i luoghi pubblici.

Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Per me è assolutamente indifferente, come dicevo prima quando metto la storia sulla tastiera è perché è in gran parte già "formata" quindi la necessità di concentrazione è relativa.

6. A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Sicuramente a "L'altra metà della notte", oltre a raccontare uno dei momenti più drammatici per la mia città e per l'Italia – la strage del 2 agosto 1980 – è quello che ha segnato un cambio di passo nella mia scrittura e quello in cui compare per la prima Cesare Naldi uno dei personaggi che mi è riuscito meglio.

7. Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Non so, non mi pare di essere una persona particolarmente curiosa, forse questa domanda andrebbe fatta a chi mi legge o mi conosce; l'unica cosa "strana" che mi viene in mente è che scrivo la fine di ogni romanzo sempre nello stesso pub di Bologna: Il "Cluricaune Irish Pub", ma forse questa risposta doveva finire alla domanda n. 5 (o no? :D)

Le domande dei lettori

1. Quando e come hai scoperto la passione per la scrittura?

Ho incontrato la passione per la scrittura con uno delle primissime piattaforme di blog, si chiamava - perchè ha chiuso da parecchio - Splinder e lì pubblicai il mio primo racconto che ricevette dai lettori di passaggio commenti molto positivi, così ne scrissi un secondo che poi arrivò terzo a un premio locale, poi sempre con un racconto nel 2008 vinsi Giallolatino e il resto lo sapete.

2. Organizzi rassegne letterarie, più di una, quanto tempo ti occorre per allestirle? Quali sono e in che periodi si svolgono?

Per organizzare (o co-organizzare) una rassegna i tempi variano ma parliamo di una media che va dai 6 ai 12 mesi. Al momento le rassegne attive sono.- Garfagnana in giallo a Barga che organizzo con Andrea Giannasi 15 Luglio.- Fara Noir a Fara in Sabina che organizzo con Giorgio Binnella 24-25 Giugno- NeRoma Noir Festival a Roma con Simona Teodori e Fiammetta Bianchi 20-21-22 ottobre Lucca Noir a Lucca con Andrea Giannasi 24-25 novembre. Poi faccio parte dello staff che organizza il Terni e Narni Horror Festival che di solito si tiene nella settimana di Halloween e dalla prossima edizione curerò la sezione crime del Premio Nabokpv.

3. Che differenza trovi tra un personaggio seriale e il protagonista di un solo romanzo nella tua scrittura.

La differenza sta fondamentalmente in quanto sappiamo del protagonista: meno informazioni abbiamo su di lui e più l'orizzonte narrativo resta aperto, anche se in generale penso che ogni storia sia una finestra che si apre sulla vita dei personaggi e quando si chiude non è mai detto che non possa essere riaperta. 

4. In riferimento a ciò che il tuo protagonista vive al livello psicologico, quanto ti ha coinvolto esporre processi mentali così intimi? C'è un'immersione potente nella psiche di Cesare, come l'hai affrontata scrivendola/creandola? Da esterno o da interno?

E' una domanda piuttosto difficile, perchè Cesare Naldi è un personaggio che non nasce a tavolino: l'ho modellato pagina dopo pagina a seconda di quello che volevo trasmettere al lettore. Diciamo che se devo scegliere un punto di osservazione per lo sviluppo di Naldi dico esterno, farlo dall'interno sarebbe presuntuoso; alla fine un narratore come lo sono io, i personaggi li guida nella loro evoluzione e nell'espressione di ciò che sono o che devono diventare. La peculiarità di Cesare è talmente unica tra gli esseri umani che ho potuto solo immaginarla, viverla dall'interno sarebbe decisamente complicato. Spero di averti risposto. 

Trama:

2 Agosto 1980. Una bomba esplode alla stazione centrale di Bologna. C'è morte, terrore, distruzione. C'è una ferita che si apre nel cuore della città. Ma soprattutto ci sono i sopravvissuti. Oggi. A Bologna una serie di suicidi inquietanti disegna una linea di sangue apparentemente senza fine. Il commissario Naldi, sopravvissuto alla strage del 2 Agosto, dovrà immergersi nelle vite delle vittime e seguire le tracce sempre meno flebili che conducono alle loro morti. Ad attenderlo alla fine di tutto una sentenza: la Morte sa dove e quando aspettarti. Sempre.


 Il poliziotto si trovò di nuovo a far mente locale sulle

indicazioni che il capo stazione gli aveva dato al telefono:

doveva essere verso il piazzale est.

– Andiamo sentire questa benedetta denuncia – mormorò tra

sé.

Il jukebox della tavola calda sparava nell'aria la voce spigolosa

della Rettore.

Un facchino lo urtò con un carrello colmo di sacchi postali

accompagnando il ritornello – …quando vedo te, quando vedo...

E il mondo finì.

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Trama:

Che cosa c'entra un'antica chiesa sconsacrata con una casa di cura che sta per essere demolita? Che cosa hanno a che fare con un dipinto e con l'antica famiglia di possidenti che lo conserva? E perché una setta che si fa chiamare I Legati di Satana dovrebbe avere paura di un ragazzino? Catapultato dalla grande città in un piccolo paese di campagna per risolvere un semplice caso di omicidio, il commissario Sammarchi si troverà a districare una matassa di eventi che si snoda lungo molti anni, ricostruendo una vicenda dove mistero e realtà si intrecciano in modo inestricabile. 

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Trama:

Qualcosa di regalato. Qualcosa di smarrito. Qualcosa che non verrà mai restituito. 1986. In una Bologna ancora segnata dalle stragi, un killer seriale sfida la polizia e il giovane ispettore Naldi uccidendo secondo il proprio feroce rituale. Oggi. Mammana è tornato. O forse no. Toccherà di nuovo a Cesare Naldi indagare, fino a dipanare un rebus dalla soluzione raccapricciante. 

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