Faccia a Faccia con Fabrizio Carcano

17.01.2023

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Sul primo libro sinceramente potrei avere qualche dubbio, credo il Mago di Oz. Poi una lunga parentesi da divoratore di fumetti e solo intorno ai 18 anni l'approdo ai gialli, attingendo dalla libreria di casa, di mia madre: Fruttero e Lucentini, Scerbanenco, inizialmente cercavo libri di cui era stato fatto il film per avere più facilità di visualizzarli. Poi la vera passione per i gialli è arrivata intorno ai 26-27 anni, prima con gli stranieri, ricordo la serie di Ellis Peters con padre Cadfael, il monaco inglese trecentesco con le ambientazioni nei monasteri stile Il Nome della Rosa, altro libro che mi ha segnato. Quindi gli italiani quando erano esplosi i noir di Pincketts. I miei autori preferiti sono senza dubbio Michele Giuttari e Donato Carrisi e non nascondo di ispirarmi ad entrambi. Il mio genere preferito però è quello alla Valerio Massimo Manfredi, in Chimaira: in quel caso un giallo archeologico con mistero, io sono più sul religioso/esoterico. E un mio punto di riferimento resta sempre il primo Dan Brown di Angeli e Demoni.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

In realtà il mio impatto è stato... posso dire esplosivo? Avevo scritto questo giallo esoterico, su una setta satanica a Milano, Gli Angeli di Lucifero, siamo in pieno momento Dan Brown che spopola al cinema e in libreria: esce in sordina questo mio giallo milanese per Mursia il 17 marzo 2011, ne vengono distribuite alcune centinaia di copie nelle varie principali librerie di Milano, in quel week end vado a cercarlo e ovunque i commessi mi dicono 'ah ne avevano 5-6 copie ma sono state esaurite'. Pensavo mi prendessero in giro, era esaurito ovunque quel libro fece sette ristampe in poche settimane, mi ritrovai al TG1 e dalla Berlinguer a Linea Notte, tutto nel giro di un paio di mesi. Per cui fu una strana emozione a frullatore, un successo immediato imprevisto che ha fagocitato potuto il resto. Poi purtroppo quel successo non l'ho ripetuto, non a quel livello quanto meno.

· Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

No, non era il mio sogno da bambino e nemmeno da adolescente o ragazzo, volevo fare il giornalista e quello ho fatto. L'idea di tentare la scrittura di un giallo arriva intorno ai 32/33 anni, dopo 15 anni di giornalismo per cui ho avuto un approdo da professionista: vivevo già di scrittura, anche se diversa, e avevo la tastiera in mano per tutto il giorno. Per cui il passo è stato facile. Poi certo mai avrei immaginato di scrivere 15 gialli in 11 anni e di diventare anche direttore di una collana di gialli, Giungla Gialla di Mursia, la vita ci sorprende e dunque... il libro che mi ha più segnato resta inevitabilmente Gli Angeli di Lucifero per il successo clamoroso che ha avuto, per molti io sono e resto ancora solo l'autore de Gli Angeli di Lucifero, libro che peraltro sento molto lontano da me oggi... i due gialli a cui sono più legato sono il distico sugli omicidi di Milano dei primi anni sessanta, il distico del commissario Maspero: il Mostro di Milano e il sequel I Delitti dello Zodiaco. Li ritengo i miei libri migliori, anche i più maturi.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Premessa sono un disorganizzato. Inizio tutti i miei libri senza sapere cosa scrivo e li scrivo senza sapere dove arriverò, quasi sempre senza un plot, finendo per accumulare molto materiale che scarto e non riutilizzo. Parto da un'idea iniziale, quasi sempre legata all'occulto, alla religione, a Leonardo Da Vinci... poi da lì scelgo le zone di Milano dove ambientarlo e comincio una storia che quasi sempre si rivela storta e intricata e a fatica a raddrizzarla strada facendo. Scrivo prettamente a casa mia: i primi libri li scrivevo nella mia casa milanese, dal 2015 abito a Bergamo e ho una stupenda mansarda circondata dalle colline della Città alta, sembra di stare in campagna in Toscana: per me è il posto ideale per scrivere. Se sono solo ho sempre un sottofondo musicale rockettaro: Evanescence, Lacuna Coil, Linkin Park, vecchi gruppi metal, ma anche Litfiba, Negrita, Luciferme, Subsonica, ultimamente anche i Maneskin. Se invece c'è a casa la mia compagna, Liliana, niente musica... infine, non secondario: al mio fianco, nella sua cuccia, c'è la mia gatta nera (striata di bianco) Milou, che mi aiuta molto a livello empatico.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Mah... messaggi ce ne sono anche se non mi rendo conto. L'amore per gli animali per esempio. Sicuramente inserisco molti riferimenti sui femminicidi, tema purtroppo attualissimo, anche se poi nei miei libri non ci sono i femminicidi. Però le mie trame sono sempre inserite nell'attualità di quel momento per cui è un tema che ricordo sempre e su questo si, voglio sensibilizzare i lettori. Cosa non metto mai? In primis i bambini, non ci sono mai. Detesto chi nei suoi libri mette omicidi o crudeltà sui bambini, tema vero purtroppo, ma non voglio trattarlo o leggerlo: ecco per me il libro fa parte dell'entarteinment, io offro qualcosa che deve far rilassare e tenere compagnia ai lettori, in momenti belli o anche difficili, per cui non voglio lacrime, dolore, sadismo. Nei miei libri le vittime sono quasi sempre sporche (gente che ha commesso crimini, che fa parte di sette...) e sono sole, single, separati, per cui non ci sono mai figli o mogli che piangono.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Non so se le ho. Mi reputo diverso dai miei colleghi proprio per i tanti richiami alle chiese, ai dipinti, alle storie dei santi che sono presenti nei miei romanzi, scrivo di un commissario che opera a Milano nei primi anni 70, Maspero, e uno contemporaneo, Ardigo', eppure hanno a che fare con inquisitori, esorcisti, esperti di satanismo e ovviamente questa è una forzatura perché nella realtà non succede mai. Ho una scrittura descrittiva, da giornalista, e tendo a raccontare molto, troppo, di Milano, quasi fosse un viaggio su ogni marciapiede. Forse anche questa mia particolarità mi ha portato negli anni ha creare rapporti e larici con tanti lettori: molti vanno nelle chiese e mi mandano le foto dei dipinti o delle facciate, converrete che non è normale...

· Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

In parte ho già risposto prima, sicuramente Robert Langdon di Dan Brown e Padre Markus di Donato Carrisi: una volta ho sentito Vasco Rossi spiegare che i Rolling Stones sono la sua stella polare, il suo riferimento, ecco i miei Stones sono il Carrisi della trilogia di padre Markus e il primo Dan Brown dei primi due libri.

Le domande dei lettori

1. La trama è molto intrigante, ai limiti della verosimiglianza. Di certo non è noiosa o banale. È ardita. Mi ha fatto pensare a quei libri che riscrivono la storia ma... con una sliding door , del genere: "che cosa sarebbe successo se avesse fatto l'altra scelta". Quindi chiedo: È stato un gesto conscio e voluto ?
No niente sliding doors. Ho inserito una trama di fantasia, ovvero zodiac in fuga da San Francisco che sceglie milano, in un contesto storico ricostruito e poi ho seguito la tesi che lui possa essere il mostro di Firenze, nel mio caso che possa diventare il mostro... 


Trama:

Giugno 2009. Una cappa d'afa soffoca Milano. Nel periferico cimitero di Chiaravalle mani ignote profanano una tomba seicentesca e trafugano le spoglie del marchese Ludovico Acerbi, passato alla storia come il «Diavolo di Porta Romana». Sembra un banale episodio di teppismo ma nei giorni successivi, sotto la Madonnina, si verificano in rapida successione tre misteriosi omicidi, compiuti e rivendicati dalla stessa mano. Le vittime portano tutte cognomi di casate che, nella Milano del Seicento, ebbero rivalità con quella del marchese Acerbi.
A far luce su questa misteriosa vicenda sono impegnati il commissario Bruno Ardigò, freddo e taciturno, e l'amico giornalista Federico Malerba, solare ed espansivo. Diversi come il giorno e la notte, ma uniti dalla stessa voglia di arrivare alla verità, si addentrano nei meandri oscuri e inquietanti della Milano esoterica, dove nulla è come sembra. 

«Il diavolo, nudo e trionfante, con le ali e gli artigli neri, campeggiava in posizione dominante sui tre arcangeli sconfitti. Tre, come le vite che in altrettante settimane si erano portati via gli angeli di Lucifero.»

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Trama:

Nel giorno della strage di piazza Fontana una mano omicida massacra una monaca. Il Mostro di Milano ha colpito, la mattanza delle donne è cominciata.

Milano, 12 dicembre 1969. Poche ore prima dello scoppio della bomba in piazza Fontana una monaca viene massacrata fuori da un convento in periferia. Nella città sconvolta dalla strage e dalla violenza politica, un omicida seriale tesse le sue trame contro le donne. Sulle tracce di quest'anima nera c'è solo il commissario Vittorio Maspero che, insieme a un inquisitore del Sant'Uffizio, indaga sul demone senza volto. E sui peccati che l'hanno scatenato. Un nuovo detective sulla scena del crimine in un noir mozzafiato, liberamente ispirato a una storia vera.

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Trama:

Milano, luglio 1971. Una giovane donna viene massacrata a coltellate nei bagni dell'Università Cattolica: sullo specchio l'assassino ha tracciato con il sangue una croce inscritta in un cerchio. È lo stesso simbolo inserito qualche giorno dopo in un crittogramma con cui viene rivendicato un duplice omicidio.

Il commissario Vittorio Maspero si mette sulle tracce del feroce serial killer the Zodiac, così si presenta, che ha già firmato una lunga scia di delitti in California. Il poliziotto, catapultato in un'indagine oscura, alla ricerca di un nesso con altri misteriosi omicidi, è ancora una volta affiancato dall'inquisitore padre Jadran, inviato del Sant'Uffizio, dalla mente lucida e fredda. Due investigatori diversi, uniti nella caccia allo stesso mostro.

«Sulla parete sono appesi ritagli di giornali, ritratti identificativi e una mappa stradale di Milano. Sono articoli di quotidiani americani, di San Francisco. Il commissario Maspero riconosce le testate. Nei titoli rimbalzano le parole killer e murderer e un nome inquietante: the Zodiac.»

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