Faccia a Faccia con Ferdinando Salamino

06.03.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho iniziato a scrivere da bambino, ispirato dalla presenza in casa di una macchina per scrivere Olivetti, una specie di oggetto magico che emetteva suoni inauditi e imprimeva sul foglio bianco scie d'inchiostro che diventavano storie. Avevo letto quasi tutto di Edgar Allan Poe e mi cimentavo in racconti horror un po' ingenui, ma che contenevano già qualcosa di ciò che avrei fatto più avanti. L'idea che gli uomini fossero vittima soprattutto di sé stessi, in particolare.

· Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Ho troppi sogni per pensare di realizzarli tutti. Alcuni si sono materializzati, altri sono sbiaditi, un paio li sto ancora inseguendo. Chissà... No, non scrivo a tempo pieno. Sono uno psicoterapeuta e insegno all'Università, lavori che mi prendono molto tempo e confinano la scrittura ai momenti di tempo libero. E alla notte, soprattutto.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Non mi piace l'idea che lo scrittore debba trasmettere messaggi, non amo la scrittura addomesticata, piegata al desiderio dell'autore di dire qualcosa di preciso al lettore. Al contrario, credo che le storie, se ben scritte, contengano messaggi che fioriscono quasi per caso tra le pagine. Sta al lettore raccogliere ciò che risuona con le sue corde. Creare mondi, non lanciare messaggi. Questa, per me, dovrebbe essere la narrativa. Non esistono temi che non tratterei mai, in un certo senso credo che la scrittura debba essere disturbante, soprattutto per l'autore. Metterlo di fronte alle proprie parti negate, agli incubi inconfessabili e ai sogni infranti. Non scriverei mai una storia della quale conosco già tutte le risposte e nella quale mi sento del tutto a mio agio.

· Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Victor Mancini, da "Soffocare" di Chuck Palanhiuk. Un personaggio talmente sfaccettato e ambivalente da perdercisi dentro.

· Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Sono un autore caotico e insicuro, quindi quella che mi trovo in mano, scritta l'ultima riga, è la prima di un centinaio di versioni. I miei beta reader hanno probabilmente assoldato un killer a pagamento per farmi fuori e farlo sembrare un incidente. I rifiuti, dalle donne, dagli amici, dagli editori, fanno parte della vita, vanno presi con la giusta dose di "cazzimma" e la convinzione che, in fondo, sia l'altro a perderci. L'alcol può aiutare, nelle giuste dosi...

· A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Sono legato a ciascuno in modo diverso. Il primo, "Il Kamikaze di cellophane", mi ha portato fuori dall'ombra e, sia pure con molti difetti da un punto di vista stilistico, ha una potenza dovuta ad anni di ispirazione repressa. Il secondo, "Il margine della notte", è stato il primo romanzo che ho deciso di scrivere, progettandolo e facendo ricerca. Un atto consapevole, forse il mio tentativo di diventare un autore "vero", di dirmi: "ora basta giocare". Il terzo, "Blues per i nati senza un cuore", è un figlio deforme, cattivo, pieno di rabbia. Forse per questo lo amo più degli altri. E poi ci sono quelli che verranno. Ho dentro ancora tante storie e poco tempo per scriverle, devo darmi una mossa...

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

La prima: non sono uno scrittore, lavoro per diventarlo, ma è una strada piuttosto tortuosa, vedremo.

La seconda: dodici anni fa sottoposi la bozza del mio primo romanzo a un'amica di famiglia, persona del settore. La stroncatura fu talmente violenta che non scrissi una riga per otto anni. Oggi lei non è più del settore, io sì. Per questo, da allora, non mi lascio scalfire più di tanto: le persone, le opinioni e le mode cambiano.

La terza: diversi anni fa scrissi, sotto pseudonimo femminile, un romanzo rosa. Vendetti anche discretamente, ma non mi chiedere nulla. Certi ricordi stanno bene nel cassetto!

Le domande dei lettori

1. Immagino che i suoi romanzi affondino trama e titolo dalla Sua professione. Le chiedo: racconta storie vissute dai suoi pazienti, quindi vere, o verosimili ristrutturazioni di vite vissute pensate e collocate in un contesto differente? Grazie

Non racconterei mai le storie dei miei pazienti, appartengono a loro. Oltretutto, scrivo romanzi noir e thriller, quindi sarebbe quantomeno controverso. Però mi piace giocare con gli occhiali regalati dalla mia professione. Esplorare la dinamica dell'atto d'impulso, l'ambivalenza, il conflitto interiore che conduce a scelte irreversibili. 

2. Alla fine di tutto quel mondo crudele e senza scrupoli, in cui ha ambientato la sua trilogia, ci sia un po' di pace per qualcuno, magari per quelle storie che non racconterà mai, avendo deciso di chiuderla qui. Se pensa che quel mondo sia di passaggio e nei suoi prossimi progetti ci sia qualcosa di diverso, anche come genere, o si vede ancora lì, circondato di noir.

Credo tu abbia colto il motivo per cui ho scelto di chiudere la trilogia. Per la speranza che, fuori dalle mie pagine, i personaggi che tanto amo possano vivere in pace. Voglio credere che, lontano dal mio sguardo, possano essere felici. Riguardo al futuro, credo che, fin quando il mondo non cambierà colore, continuerò a raccontarlo come lo vedo: nero.

3. Era la risposta che mi aspettavo riguardo i tuoi personaggi! Per il genere, avendo visto un altro editore per il tuo ultimo lavoro, invece mi chiedevo se il cambio fosse anche per una questione di genere ma, evidentemente, è ancora un noir.

Il cambio di editore è stato dettato dalla storia, una novella troppo breve per rientrare nei canoni editoriali e il cui ricavato ci tenevo andasse in beneficenza. Ma è uno spin off della trilogia principale.

4. Vivere all'estero ti ha in qualche modo messo in difficoltà durante la parte di promozione? E hai mai pensato di scrivere anche la versione UK di Michelino?

Vivere all'estero riduce le opzioni quando si tratta di eventi in presenza e rende gli editori diffidenti circa la tua vendibilità. Un Mike UK sarebbe un sogno, chissà... 

5. Nei tuoi progetti futuri hai mai pensato a una nuova trilogia basata su altri personaggi? Magari con protagonista una donna?

Ho un nuovo personaggio sul quale ho già scritto due romanzi, ancora in cerca di pubblicazione. Se dovesse piacere, potrei pensarci, anche perché su di lui avrei molto da raccontare. Non ho al momento in progetto di scrivere su una donna, anche perché ho la sensazione che lo stiano facendo già in tanti e per ragioni che non mi piacciono.

6. Il tuo stile è quanto di più riconoscibile e al tempo spesso mutevole io abbia mai letto, e trovo questa caratteristica unica e bellissima. Si esce cambiati dopo averti letto, evoluti in un certo senso. La mia domanda riguarda i personaggi e forse è un po' banale: quanto hai "scavato" in te per far emergere loro? L'Autore dà sempre un po' di sé, tu pensi di aver messo più testa o pancia nella loro creazione?

Ah, sapessi mia madre quanto sta sveglia con questa domanda... Allora, immagina di avere per le mani un cristallo fragilissimo, un po' imperfetto nelle fattezze e molto colorato, anche un tantino oltre il buon gusto. Immagina di farlo cadere e vederlo andare in mille pezzi. Pensa se, passato l'iniziale sconforto della frantumazione, ti mettessi a ricostruirlo, ma dandogli una forma diversa. Un oggetto del tutto nuovo, esteticamente più bello, emozionante nel quale le contraddizioni della forma originale vengano esaltate al punto di diventare armoniose, persino belle. Ecco, il bicchiere sono io, la cosa nuova è Michele.

PS: Mi hai fatto arrossire 

Trama:

Un uomo legato a un letto, imbavagliato e ferito, un altro armato di un vecchio rasoio da barbiere, pronto a compiere una vendetta efferata.
Cosa può trasformare un ragazzino mite e amante dei libri in uno spietato assassino?
Per scoprirlo, dobbiamo addentrarci nelle spire di una Milano "aliena e ostile" e incontrarvi il protagonista, Michele Sabella. Cresciuto accanto a una madre fragile e a un padre violento, Michele racconta in prima persona l'insorgere della psicosi e il conseguente ricovero nell'istituto psichiatrico che egli chiama Escape Room. Tra quelle mura si innamora di Elena, ventunenne anoressica, "la mia dea di ossa."
Quando, pochi giorni dopo la dimissione dall'istituto, la ragazza tenta il suicidio, Michele capisce che qualcun altro, qualcuno di insospettabile, la sta spingendo verso la morte, e decide di indagare. Guidato dai propri "demoni di cellophane", voci che gli affollano la mente suggerendogli intuizioni illogiche eppure quasi sempre esatte, Michele elude la coltre di silenzi e bugie che circonda la ragazza e giunge alla più disturbante delle verità. 

https://www.amazon.it/kamikaze-cellophane-Ombre-Vol-ebook/dp/B081CY47B6

Trama:

Michele Sabella si è lasciato alle spalle l'Italia, un padre ergastolano e un segreto di sangue. Tutto ciò che desidera è un'occasione per ricominciare e quella sonnolenta cittadina delle Midlands inglesi, con il suo dipartimento di polizia in cui nessuno indaga mai su nulla, sembra il luogo perfetto per dimenticare ed essere dimenticato. Quando però Paulina Szymbova, immigrata polacca con problemi di droga, viene trovata morta nel suo appartamento con un biglietto di addio nella mano, Michele si convince che l'apparente suicidio nasconda qualcosa di più di un semplice atto di disperazione. Contro il parere dei colleghi e dei superiori, intraprende un'indagine solitaria che lo condurrà oltre le tranquille e rispettabili apparenze della città, nelle sue viscere colme di odio e violenza. Mentre nel ghetto di Merchant Court giovani immigrate continuano a scomparire e a morire, Michele è costretto a domandarsi, ancora una volta, quanto sia sottile la linea che lo separa dai mostri a cui dà la caccia. 

https://www.amazon.it/margine-della-notte-Ferdinando-Salamino/dp/8885785646

Trama:

Un trafiletto di cronaca nera, la fotografia di un volto fin troppo familiare e quelle parole come una sentenza sospesa: non ancora imputata. Michele Sabella torna a Milano, deciso a scagionare l'unica donna che abbia mai amato da una possibile accusa di omicidio. Elena ha davvero ucciso il marito? E cosa significano gli strani movimenti di denaro attorno alla ditta della vittima, passata dal fallimento a un'ascesa inspiegabile? Mentre Elena appare determinata a dichiararsi colpevole ed entrambi cercano di venire a patti con un passato che non ha mai smesso di tormentarli, le indagini di Michele lo portano nel cuore di un operoso villaggio della Brianza dove tutti sembrano nascondere qualcosa. A pochi giorni dall'Avvento, le tragiche conseguenze di un antico baratto vengono alla luce, reclamando un credito di sangue, e Michele scopre a poco a poco di non essere il cacciatore, ma la preda. 

https://www.amazon.it/Blues-i-nati-senza-cuore/dp/8885785956

© 2020 Le Strade del Giallo. Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia