Faccia a Faccia con Fiammetta Rossi

12.04.2023

1. Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

In realtà già a sei anni disegnavo e scrivevo mini storie per mia sorella più piccola che schiavizzavo senza ritegno perché, insomma, un pubblico ci voleva, no? Poi con gli anni ho abbandonato questa passione salvo ritrovarla circa dieci anni fa. Galeotto fu un collega di lavoro che mi chiese di aiutarlo nella stesura di un suo romanzo. Fu una scintilla. Una scarica elettrica. Da allora ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata.

2. Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Tutte e tre le domande hanno una sola risposta: è stato Eccitante! La prima volta, poi, ho pure pianto. Vedere qualcuno che ride o che semplicemente sospira a un passaggio che legge, direi che non ha prezzo. Vuol dire che sei in grado di regalare un'emozione, che poi è l'obiettivo di ogni scrittore.

3. Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Nessun rito, a parte bere tisane e caffè a manetta. Ti tanto in tanto, però, ho bisogno di fare lunghe passeggiate per schiarirmi le idee o capire come affrontare un personaggio. La cosa è facile dato che vivo in campagna, vicino un bosco e a due passi dal fiume Ticino. La natura e il silenzio mi aiutano molto a concentrarmi. Quando sono al PC riesco a estraniarmi da tutto, anche dai rumori domestici di tutti i giorni. All'inizio scrivevo in cucina, lì mi trovavo a mio agio. Forse perché ero vicino al frigorifero. Poi col tempo mi sono mi sono ricavata un mini studio scavando nella parete di casa.

4. A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Ogni volta, all'ultimo. Ma c'è un motivo: il fatto è che ogni romanzo è una crescita personale, rappresenta un tassello in più alla mia evoluzione di autrice. La mia scrittura di volta in volta si arricchisce di immagini e diventa più matura. Direi che ogni nuovo romanzo rappresenta una sfida a fare meglio.

5. Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Ho adorato Daenerys Targaryen (Il trono di Spade). Che forza! Che determinazione! Vorrei poter creare un personaggio simile.

6. Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Domandona! I miei sogni da bambina non li ho realizzati tutti perché li ho capiti in tarda età e rimettersi in pari è dura. Però ci sto lavorando. Da piccola volevo fare la giornalista, ora collaboro con il MassaCarraraNews di cui curo una rubrica culturale chiamata Ritratti D'Autore; inoltre sono speaker in una radio con un'altra rubrica dedicata – indovina un po'? – ai libri: Libri&Caffè su www.deejayfoxradio.com, infine sono editor, e la cosa mi appassiona perché si instaura sempre un ottimo rapporto tra me e il cliente, e vedere uscire fuori un romanzo pronto da essere presentato agli editore è sempre una gran soddisfazione.

Sono tutti lavori che occupano l'intera giornata lavorativa e oltre. Diciamo che al mattino scrivo e al pomeriggio mi occupo di tutto il resto. Oddio… non è che sia un punto di riferimento quanto a precisione, eh…

7. Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Sono disordinata cronica!!! (Con tre punti esclamativi). Qualcuno mi definisce "essere entropico". Bevo caffè e tisane tanto che ormai nelle mie vene il sangue è un liquido di minoranza. Infine: piango quando un film (o un libro) mi emoziona, viceversa, faccio incubi tremendi se il menzionato libro/film mi turba. 

Le domande dei lettori

1. Come giudichi l'esperienza della pubblicazione in digitale? Io sono sempre più convinta che sia il futuro, ma è interessante raffrontarsi con gli autori

Il digitale è senz'altro in via di espansione, vuoi per i prezzi, vuoi per la facilità con cui si reperiscono i libri.  Io mi sto trovando molto bene, tuttavia con il digitale il rischio è quello di perdere il contatto con il pubblico. Luci e ombre quindi. 

2. Intendi per l'impossibilità di fare presentazioni?

esatto. Quello, poi il fatto di non arrivare in libreria ti preclude comunque una fetta di mercato. Questo lo hanno capito anche le case editrici tanto è vero che molto spesso il libro arriva digitale e se funziona, dopo un po' trovi anche il cartaceo. 

3. Vorrei sapere cosa ti spinge a scrivere e se ci sono particolari momenti della giornata in cui scrivi

L'ispirazione migliore a me viene la sera dopo cena; anche se penso a quello che dovrò scrivere tutto il giorno! Cosa mi spinge? Tutti i maledetti personaggi che sgomitano per uscire allo scoperto! 

4. Un genere in cui non ti sei mai cimentata ma che ti piacerebbe scrivere e uno del quale non scriverai mai

Un giorno mi piacerebbe scrivere qualcosa di horror che è un genere che mi ha sempre spaventato! Invece sono abbastanza certa che non riuscirò mai a scrivere un Romance. Meglio leggerli! Sono più a mio agio a descrivere un assassino che non una scena d'amore… 

5. Vorrei chiederti i tuoi programmi letterari futuri? C'è già qualcosa che bolle in pentola? O ci sono idee da mettere da definire?

Programmi? Tanti tantissimi. Sto terminando la stesura di un romanzo storico e rivedendo un giallo appena terminato, continuo a fare gli editing per chi me li chiede e a insegnare nelle scuole. Ho un'altra idea in cantiere, ma è assai poco definita e quindi per ora (scaramanticamente) non ne parlo.

Trama:

Il fantasma del cambusiere narra le vicissitudini di un fantasma scozzese scorbutico e misogino – Julian Moore – morto assassinato in casa, che vede all'improvviso il proprio cottage abbandonato preso in affitto da una bella donna inglese e dal fratello di dieci anni.

Lui, che in vita era un accreditato cambusiere sulle baleniere e con un carattere tutt'altro che socievole, dovrà fare i conti con inquilini rumorosi che, per colmo di sventura, sono persino incapaci di cucinare.

Il fantasma farà di tutto per mandarli via, però Lady Margareth è testarda e non vuole saperne di andarsene, soprattutto perché è in fuga. Qualcuno minaccia di ucciderla. Non solo: qualcosa tuttavia lega il fantasma alla donna visto che lei è l'unica che può sentirlo senza che lui lo voglia. Di sicuro c'è un segreto nella vita di Lady Margareth e un mistero attorno alla morte violenta di Julian Moore. Entrambi dovranno imparare a far conto uno sull'altra per riuscire a convivere e, soprattutto, a far luce sui troppi enigmi che li circondano.


Dal giorno della mia morte sono passati dieci lunghi, monotoni e grigi anni. Dieci anni senza che nessun angelo custode o che so io, m'avesse detto cosa diavolo ci stavo a fare ancora qui. Certo, non sono mai stato un cristiano purosangue: qualche bestemmia m'era scappata di tanto in tanto e avevo collezionato anche un buon numero di risse in giro per il mondo. Ma dieci anni senza sapere che fare è una cattiveria. Dico io. A ogni modo non sono tipo da lamenti e piagnistei. Io e il buon Dio abbiamo sempre avuto un rapporto speciale e se vuole dirmi qualcosa, ebbene sa benissimo dove trovarmi. Di quando in quando mi andavo a trovare al campo santo; osservavo la mia lapide sbilenca pensando che prima o poi l'avrebbero tolta. Il nome non si leggeva quasi più e nessuno era mai venuto a portare un fiore o una candela. Anche il mio corpo a quest'ora era un tutt'uno con la terra: non resta mai nulla di ciò che eravamo. Solo il ricordo. Ma avendo coltivato pochi affetti, nessuno si ricordava più di me. Di certo non Pinky la bella figlia del birraio che spillava le bionde con tanta generosità secondo la mancia che le lasciavi… e nemmeno Nessie o il vecchio prete che a quest'ora sarà morto di sicuro. È rimasta solo questa lapide, un nome e due date: Julian Moore 1833-1864 RIP Quando la toglieranno sarà come morire di nuovo. Ogni tanto vedo altri come me, non sono certo il solo fantasma di Glenn Port, per Diana! Ci salutiamo con un cenno della testa e via, ognuno per la sua strada. Del resto se non mi sono fidato dei vivi, perché dovrei fidarmi dei morti?


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Trama: 200 ORE 

Ti sei mai sentita soffocata dalle aspettative della tua famiglia tanto da avere la tentazione di mollare tutto e andartene?

Margherita è una diciottenne della buona borghesia milanese. I genitori sono divorziati e il suo futuro è già tracciato: dopo la maturità studierà medicina, come sua madre. Tutto scorre senza intoppi… almeno in apparenza.

Margherita, che tutti chiamano ancora Titta, però si sente soffocare.

Ogni giorno è uguale all'altro, non ha aspettative personali, qualcuno ha già deciso per lei: chi è giusto frequentare, quale sport praticare, le scuola, persino la facoltà da studiare. La sua eterna amica Giovanna non le è d'aiuto e suo fratello maggiore non fa che punzecchiarla.

A interrompere la monotonia della sua vita arriva il decreto della Buona Scuola che impone uno stage di 200 ore agli studenti. Finalmente, e per la prima volta, Titta decide di fare di testa sua e sceglie di fare il tirocinio in un'azienda produttrice di mobili di lusso.

Qui prende coscienza di una realtà lavorativa completamente diversa. Ci sono i simpatici ragazzi dello staff con cui prendere un caffè tra un pettegolezzo e l'altro e colleghi da cui è meglio tenersi alla larga. Tra loro c'è Francesco, il ragazzo tuttofare.

Francesco la prende in giro, la chiama principessa viziata, è strafottente e sicuro di sé. Ma dietro questo atteggiamento da duro, nasconde un segreto e un sogno. Titta non lo sopporta, eppure lui ha qualcosa che a lei manca: la libertà di decidere della propria vita.

Tra loro si innesca una strana amicizia fatta di attrazione e ripicche.

Mentre lo stage prosegue, Titta deve fare i conti con la scuola, le verifiche, i litigi con sua madre e le subdole manovre di una collega.

Quando tutto sembra andare bene, Margherita scopre il segreto di Francesco e un evento imprevisto rischia di mandare a monte tutto il suo lavoro.

In bilico fra due vite, riuscirà a fare la scelta giusta? 


https://delos.digital/9788825419122/200-ore

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– Non sono una principessina e non sono ingenua!

– Sì, invece, a entrambe le cose. Dunque vediamo… – Francesco le girò attorno scrutandola con la mano sul mento. – Abiti semplici ma costosi, padre avvocato o ingegnere, madre in carriera o ricca casalinga annoiata che passa il tempo tra massaggi e campi di tennis. Un futuro radioso e già scritto da qualche parte… Mmm direi scuola di inglese all'estero, lezioni di piano private, che altro? Ah sì, un fidanzatino degno della principessina, magari il figlio di un socio o carissimo amico di famiglia. Sbagliato qualcosa?

– Tu pensi di dare un'occhiata e conoscere le persone così? Chi ti credi di essere?

– Non farmi la predica, dimmi solo di quanto ho sbagliato.

– Non sono fidanzata, tanto per cominciare! E il resto sono fatti miei.

– Allora il resto l'ho indovinato. Meno male che non sei fidanzata, almeno ho una possibilità.

– Sognatelo, non ci penso proprio! – Si alzò per andarsene.

– Non vuoi sapere la parte relativa all'ingenua?

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