Faccia a Faccia con Isabel Giustiniani

07.05.2024
  • Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ai tempi della scuola superiore, in special modo, amavo molto leggere e scrivere poesie e racconti (presumo, ora, patetici). Life happens e ho smesso per molti anni, ricominciando solo in età avanzata (dopo i 40) grazie a un forum, in quei lontani tempi in cui Facebook e gli altri Social non erano così capillari nella vita delle persone e queste forme di aggregazione online hanno vissuto il loro periodo d'oro. Da quel momento ho scoperto che la mia passione non era affatto defunta ma si era soltanto sopita e ho cominciato una nuova vita. Finalmente potevo "essere me".

  • Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione?

Sono una persona meticolosa, pure troppo, e ho bisogno di organizzare quello che faccio. Il che non significa che non lasci spazio alla "libera ispirazione" del momento, ma che ho bisogno di tracciare un percorso definito. Scrivendo, poi, romanzi storici, la conoscenza della materia e la consapevolezza di quanta corda sia accettabile dare alla fantasia, diventano elementi fondamentali nel processo di scrittura. Amo comunque aggiungere ai miei romanzi anche l'imponderabile, ma sempre come sfondo perché non mi piace piegare eventi e personaggi la cui vicenda storica sia nota a qualsivoglia "esigenza" narrativa. Per quello ci sono i personaggi di pura invenzione che, se inseriti con acume nelle vicende storiche, danno allo scrittore un considerevole spazio di manovra.

  • Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Innanzitutto leggo molto del periodo storico e delle figure storiche delle quali mi piacerebbe parlare. Molto spesso è proprio leggendo le loro biografie che mi arrivano spunti interessanti che poi inserisco nei romanzi. Traccio una scaletta della loro vita e delle tappe/eventi più importanti. All'interno di questa scaletta, inserisco le vicende personali dei miei personaggi/protagonisti di fantasia, in questo caso tenendo conto degli elementi di narratologia e di costruzione delle storie. Quando l'ossatura del romanzo è pronta, inizio a scrivere. Può capitarmi che talvolta "parta per la tangente" con qualche evento secondario che prende più spazio, ma poi la narrazione passa necessariamente per i punti chiave che avevo stabilito, che in genere sono, appunto, eventi storici definiti.

  • Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Ho sempre letto molto, fin da ragazzina e, grazie alla fornita libreria di mio padre, ho letto non propriamente narrativa per ragazzi. Il che non significa che abbia letto sconcezze, ma semplicemente che, cercando qualcosa da leggere, trovavo solo tanta saggistica, mattonazzi di scrittori russi oppure storie che facevano venir voglia di tagliarsi le vene, tipo quelle della Sagan o di Camon. Forse preoccupato, mio padre corse ai ripari e mi regalò un'intera serie di romanzi per ragazzine (che tuttavia non mi appassionarono come Cassola o Buzzati o il crudo Stephen King). Il primo libro non lo ricordo, ma sono certa, in quegli anni, di aver amato follemente La storia infinita di Ende, e mi riferisco al libro, che non ha nulla a vedere il tremendo pastrocchio a cui è stato ridotto nei film. Il genere storico è il mio preferito, ma anche il fantasy ha un posto speciale nel mio cuore.

  • Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Dopo l'ultimo trasloco che mi ha portato in Australia, mi sono trovata più libera dagli impegni e quindi ho potuto dedicare maggior tempo alla scrittura. Quando ero bambina non avrei mai pensato di diventare scrittore, sinceramente, (ho svolto sempre lavori molto tecnici) e non so se lo penso perfino ora. Quello che posso dire è che la scrittura mi ha permesso di esprimere la mia creatività e diventare, come accennavo prima, la vera me stessa. In questo momento la scrittura è in pausa perché sto esplorando altre forme di creatività.

  • Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Dovrei aspettare un po' ma in realtà comincio subito la fase di editing. Dopo aver ripassato il manoscritto per 3 o 4 volte, lo invio alla mia editor e, successivamente, apporto le modifiche che mi ha suggerito e correggo di nuovo. Per altre tre volte. La cosa fastidiosa è quanto possano scappare refusi e, devo ammettere, spesso ne aggiungo io con le ultime correzioni al volo. It's a neverending process. Non ho mai inviato i miei manoscritti ad alcuna casa editrice perché ho scelto in maniera consapevole fin dall'inizio la strada da intraprendere, prediligendo l'indipendenza. Da qualche anno ho il mio marchio editoriale e mi occupo di gestire editor, disegnatori, traduttori… insomma è un'attività imprenditoriale a tutto tondo come è giusto che sia.

  • Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Domanda difficile. A livello emotivo, non mi viene in mente nessuno. Ho amato molte storie come lettrice, ma non ho mai pensato ai loro personaggi come possibili miei. A livello prosaico, vorrei aver inventato un qualche ispettore di una qualche serie di successo, character di cui i lettori sembrano non annoiarsi mai.

  • Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Sono troppo lenta con le stesure. Mi perdo nella ricerca storica (mi diverto quasi di più che a scrivere). Ho una libreria rotonda. 

Trama:

Khemfre è solo un bambino quando lui e il fratello Neferu sono costretti a fuggire dalla capitale del Paese delle Due Terre, la città fondata da Akhenaton. L'assassinio del faraone, infatti, ha gettato pesanti ombre sul padre dei due ragazzi, capitano delle guardie reali.

La caduta del culto monoteistico di Aton, e il conseguente ritorno degli antichi dei, trova Khemfre e Neferu arruolati nelle file dell'esercito del potente generale Horemheb.

Mentre l'ambizioso Neferu prosegue la carriera militare tra i seguaci di Sekhmet - dea della guerra e Signora del terrore e della strage - fino a occupare a palazzo la posizione che era stata del padre, Khemfre abbraccia l'altra anima della temibile dea leonessa: quella di Signora della vita e protettrice dei guaritori, scelta che lo porterà infine a diventare sacerdote medico del giovane faraone Tutankhamon.

Ma il destino non concede riscatti e Khemfre lo scoprirà non appena incrociato lo sguardo di Ankhesenamon, la Grande Sposa Reale, venendo trascinato in un turbine di passione e intrighi di corte che metterà in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

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Trama:

Bene e Male sono soltanto due versioni della stessa storia.

Fedeli a un'antica alleanza, i metamorfi elementali chiamati Guardiani vegliano il confine del regno degli Uomini con le terre maledette da un morbo il cui ricordo si perde nella leggenda. Da oltre quattro secoli, infatti, né eserciti nemici né infetti si sono più profilati all'orizzonte.
Quando una moltitudine di fuggiaschi stremati arriva alla Barriera chiedendo asilo, Solanya si ribella all'ottusa chiusura da parte del Consiglio e raggiunge i loro accampamenti, trovandovi qualcosa d'inaspettato. Cos'è l'artefatto sconosciuto che il giovane Neji chiama "rilevatore" e chi sono gli esseri che lo stanno braccando, disposti a tutto per rientrarne in possesso?
Divisa tra la stirpe degli Uomini e quella dei Guardiani, reietta a entrambe perché mezzosangue, Solanya scoprirà che il confine tra Bene e Male non si trova lungo le mura della Barriera. E lei l'ha già oltrepassato fin nel ventre della madre, quando stringeva la mano del gemello, specchio nero della sua anima.

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Trama:

Tutto ciò che Kefera desidera è dimenticare e fingere. Dimenticare di aver visto la madre, Prima Sacerdotessa di Bastet, venire brutalmente uccisa dalle guardie durante la repressione di una cerimonia clandestina. Fingere di riuscire a condurre una vita felice lavorando nella Casa della Birra del padre e di essere in grado di amare il promesso sposo.

Quando Maibe, la sorella minore, decide di disseppellire l'Occhio di Bastet e raccogliere l'eredità di sacerdotessa, Kefera si ritroverà coinvolta in una corsa contro il tempo per salvarla dall'ira del clero di Aton e recuperare il diadema, ultimo talismano della dea sopravvissuto alla bufera religiosa causata da Akhenaton.

Dalla città della dea-gatto alla capitale dedicata al Disco Solare segnata dalla catena di lutti che perseguita la famiglia reale, Kefera scoprirà che la ricerca del talismano le richiederà più del dover scegliere tra il tradire il giuramento fatto alla sorella o la fiducia che la spaventata principessa Neferneferuaton Tasherit ha riposto in lei. Se vorrà porre sulla fronte di Maibe l'Occhio di Bastet, dovrà tradire se stessa.

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