Faccia a Faccia con Miran Bax

26.11.2024

1. Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho sempre avuto la passione per la scrittura, fin da ragazzo. Scrivevo poesie, quando a scuola facevamo sciopero preparavo i volantini che poi distribuivamo durante le manifestazioni. A 19 anni ho iniziato a collaborare con un settimanale della provincia di Torino, Il Corriere di Rivoli. Dopo il trasferimento a Belluno ho iniziato a collaborare con il Corriere delle Alpi, quotidiano della provincia di Belluno. Ho sempre sognato di scrivere un libro ma solo nel 2016 sono riuscito a portare a termine un progetto in grado di conquistare la fiducia di un editore.

2. Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Il processo di scrittura a volte è imprevedibile. Solitamente faccio un piano dell'opera, cerco di riassumere la storia in cinque punti e poi la sviluppo mentalmente in modo da averne ben chiara la trama. Non sempre però le cose vanno come programmato, a volte succede che il personaggio mi prende la mano e mi porta dove vuole. Quando ho scritto Autostop per la notte, il mio primo romanzo, dovevo scrivere un racconto, poi il personaggio mi ha portato da un'altra parte.

3. Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

La prima parola che mi viene in mente è felicità, ma sicuramente è un termine riduttivo perché sono tante le emozioni che ti assalgono quando prendi in mano per la prima volta il tuo romanzo. È come il primo bacio: ti prende allo stomaco e ti manda in orbita.

4. Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Credo che leggere sia una prerogativa indispensabile per uno scrittore. Nel tempo ho cambiato il modo di leggere nel senso che noto i giochi di parole, le figure retoriche, le tecniche di scrittura e capita che perdo parti della storia e devo tornare indietro e rileggere alcune pagine.

Non ricordo quale sia stato il primo libro che ho letto, penso di dover tornare indietro nel tempo fino alle scuole elementari, e mi viene in mente Pinocchio.

Non ho un autore preferito, o meglio ne ho molti, ma se proprio devo fare un nome direi Baudelaire, forse perché l'ho letto per la prima volta a quindici anni, età in cui ogni cosa ha un sapore speciale.

5. Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Non ho riti ne credenze specifiche per scrivere. Di solito scrivo sul tavolo della cucina o in giardino, ma possono andare bene un divano, una panchina al parco o anche un prato su cui sedermi.

Generalmente scrivo la sera dopo cena, difficilmente lo faccio durante il giorno, un po' perché lavoro e un po' perché trovo maggiore concentrazione nelle ore di buio. Scrivo in silenzio, ma a volte è piacevole lavorare all'aperto, e lasciare che i rumori di un parco o di una biblioteca facciano da contorno alla fase creativa.

6. A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Autostop per la notte perché il primo amore non si scorda mai, è stato il mio esordio e le emozioni di quella pubblicazione sono insuperabili. Notte isterica invece mi sta dando tante soddisfazioni, a parte i premi letterari sono i commenti delle persone e i dibattiti durante le presentazioni a ripagarmi del lavoro svolto.

7. Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Un matto non si rende conto di esserlo, quindi mi riesce difficile raccontare curiosità sul mio essere scrittore.

Una cosa che mi fa sorridere è che quando scrivo una storia mi capita di confondere la realtà con la fantasia e quando vado in giro mi sembra di parlare con i miei personaggi.

Confesso di non essere mai sicuro della qualità delle storie che scrivo e ho bisogno di sfruttare la pazienza di qualche amico per fargli leggere i manoscritti e capire se sono sulla strada giusta o meno.

Una cosa ho imparato: se mi diverto mentre scrivo il prodotto è buono altrimenti posso buttarlo nel cestino.

Trama:

L'isteria è un atto di eccitazione incontrollato e quello che è successo la notte del 10 dicembre 2011 è proprio questo. Un'escalation di azioni violente di decine di persone che si accaniscono contro baracche e roulotte dei nomadi senza sapere perché lo fanno e senza fermarsi fino a quando tutto è andato a fuoco.

Il fatto: Torino 2011. Baracche e roulotte rom date alle fiamme: è finita così, con un campo nomadi incendiato, la fiaccolata organizzata a Torino per esprimere solidarietà alla ragazzina di 16 anni che ha denunciato di essere stata violentata da due zingari mentre stava facendo rientro a casa. Una violenza che, però, non è mai avvenuta: in serata, infatti, la presunta vittima dello stupro, davanti ai carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo piemontese, ha ammesso di essersi inventata tutto di sana pianta e ha confessato di aver avuto un rapporto sessuale con un ragazzo (circostanza confermata dagli esami medici effettuati). Una bugia da cui parte la storia che Miran Bax racconta.

Ispirato a un fatto di cronaca torinese che nel 2011 ha fortemente scosso l'opinione pubblica nazionale, questo romanzo si snoda attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi. Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa "prima volta". Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l'idea di radere al suolo il campo nomadi. E mentre Debora, che ha assistito all'incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell'Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l'operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero. Notte isterica è una lucida analisi del mondo contemporaneo, spietato, razzista e sempre pronto a giudicare.


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