Faccia a Faccia con Roberto Carboni

30.05.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Non ne ho idea, come per la maggior parte delle mie decisioni. Ero alla ricerca di un sistema per esprimere la creatività, a tastoni nel buio. In passato avevo studiato musica, giocato a scacchi, dipinto, modellato la creta… Poi è arrivato il turno della scrittura ed è stato un amore folgorante che dura ormai da sedici anni, ed è diventato il mio mestiere.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Un amico medico sostiene che quando scrivo mi creo schizofrenie sintetiche. Accendo luci colorate, a volte persino pulsanti. Avvicino le spesse tende restando in penombra. Creo compilation di musica apposta per ogni scena dei romanzi. E utilizzo qualsiasi altro espediente mi aiuti a calarmi nella storia.

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Sono maniacale. Creo la stessa sceneggiatura che si usa nel cinema: plot e sub-plot, tre atti, punti di svolta, middle-point, arco del personaggio, fatal-flow, need, want, tema, oneline e così via. Leggo riviste e almanacchi del periodo storico di cui sto scrivendo il romanzo. Ora sono nel '68. Mi sonoprocurato perfino i RadioCorriereTv, per sapere esattamente cosa trasmettevano quello specifico giorno alla tele, o chi presentava il telegiornale (Piero Angela!), e controllo gli annuari metereologici.

Adoro questo sistema di immersione, mi riempie di stimoli.

Il mattino verso le 4 mi sveglio ma resto a letto un altro paio d'ore a comporre mentalmente le scene che dovrò scrivere. Così, quando mi alzo, devo solo riportare su carta i capitoli, e revisionarli.

· A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Ognuno di loro è parte di me e simboleggia un pezzo della mia vita. I tre romanzi pubblicati con Newton & Compton Editori però hanno rappresentato una grande presa di coscienza. Dal Giallo di Villa Nebbia in poi. Mi hanno anche regalato (e continuano a regalarmi) grandi soddisfazioni.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Il messaggio è implicito nel Tema, come insegna la sceneggiatura. Il successo di un testo arriva solo quando lo scrittore non ha paura di mettere in gioco i propri sentimenti e le proprie debolezze. Solo così la storia suona autentica. E per il lettore si trasforma in qualcosa di più, in esperienza.

Potrei scrivere qualsiasi storia e qualsiasi Tema, se fossi certo di poterlo trattare con la giusta perizia. In linea di massima però sono uno scrittore di sorpresa e forte tensione, quelle mi riescono dignitosamente.

· Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Almeno diecimila, naturalmente. Ma poi quel romanzo non sarebbe più stato lui, trasformato in qualcosa di mio. Avrei quindi ingiustamente sottratto altrettanti capolavori all'umanità, per puro egoismo. Un crimine. Ogni scrittore deve tracciare, per quanto piccolo, il proprio solco.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Leggendo i miei noir in molti pensano che io sia un uomo feroce. Non è affatto vero, se così fosse non potrei trasmettere paura ai lettori, ma sgomento. Al contrario, sono fobico. Per capirci, per entrare in casa mia bisogna passare attraverso due porte blindate, in batteria. Fra una e l'altra, poi, vigila un antifurto. E se sto scrivendo e suona il telefono, sobbalzo.

Se qualcosa cattura la mia attenzione posso lavorare anche diciotto ore al giorno, pure se è Natale.

Se mi interessa, appunto. Altrimenti sono più recalcitrante di un mulo. Per esempio, ho lo studio al piano di sopra ma spesso scrivo in sala, così non devo salire quegli odiosi dodici scalini. Anzi, li ho contati ora, sono addirittura quindici.

Terza stranezza (stranezza, poi?)… sono Carboni (il verbo essere è decretante), altrimenti non avrei fatto lo scrittore ma un mestiere più ortodosso. Leggendo il mio ultimo romanzo, Il segreto dell'antiquario (Newton & Compton Editori), potrete conoscere meglio le mie ombre. E, se ne avrete il coraggio, pure le vostre. Parola d'onore.

Le domande dei lettori

1. Perché proprio giallista? e da giallista , hai mai pensato di scrivere un giallo dal pov dell'assassino? E quali gialli ispirano le tue storie( parlando di gialli classici ovviamente) E come nasce una tua storia a tinte gialle?

In realtà scrivo noir, che è appunto il contrario del giallo. Al giallo interessa la meccanica dell'omicidio, mentre al noir la dinamica della degenerazione che spinge un essere umano a ucciderne un altro. Molti miei romanzi sono visti dalla parte dell'assassino, per comprendere cosa accade dentro di lui. Il segreto dell'antiquario, Dalla morte in poi, Il dentista, per esempio. L'indagine di per sé mi annoia. Mi intriga solo l'indagine umana, che può essere sconvolgente in quanto riflette i nostri stati inconsci. 

2. Il personaggio dei tuoi romanzi a cui sei più legato e perché….

Elia Morosini Arconati, schizofrenico omicida, protagonista del Segreto dell'antiquario. E Oscar Torri (che nella prima stesura si chiamava Oscar Boni - Os Carboni) psicopatico, protagonista di Dalla morte in poi. Magari suona strano e poco rassicurante, ma alcuni loro aspetti mi rappresentano perfettamente.

3. Ho notato che ti piace giocare con le parole, il tuo cognome Oscar Boni, oppure il lavoro ortodosso. Come gli scegli i nome i dei tuoi romanzi? Con che criterio?

Devono risuonare dentro di me, trasmettere vibrazioni, dialogare con il mio inconscio. Devono suggestionarmi e farmi dare il meglio, o il peggio, quando penso a loro. 

4. Nell'intervista hai detto che ti piace pianificare. Come ovvio che sia. Ti avvali di qualche programma, per l'organizzazione?

Una struttura rigidissima e in espansione. Arco del personaggio, drammaturgia, simbologia...

5. Noir le debolezze umane e capirne le profondità Come riesci a profilare un assassino? Lo estrapoli da qualche vicenda realmente accaduta?

Guardo dentro di me. Apro quei cassetti che per prudenza teniamo chiusi.

6. Se Roberto Carboni non fosse Roberto Carboni cosa sarebbe? Grazie.

Roberto Carboni è un involucro. Nemmeno io so cosa c'è dentro. Sono un caos consapevole.

7. Se decidessi di scegliere come detective un personaggio reale del passato, chi sceglieresti?

Un serial killer costretto a indagare, mi intriga. 

8. Cosa ci puoi dire del nuovo romanzo che uscirà con la Newton?

Ambientato nel '68 tra Bologna e il Trentino. Un ritorno al gotico e alle dimore inquietanti. Spero, molto inquietanti. 


Trama:

Anni Ottanta. Elia Morosini Arconati è un ex musicista e direttore d'orchestra. Dopo anni di grande successo, una grave forma di schizofrenia lo ha costretto a ritirarsi, e adesso vive a Bologna, dove ha un negozio di antiquariato. Ma questa non è che la facciata. In realtà, Elia è un serial killer. Una volta individuate le sue vittime, si insinua sempre di più nella loro vita, arrivando a vivere di nascosto in casa loro per poi – quando non riesce più a sostenere la tensione provocata da questo "gioco" – ucciderle. E riprendere la propria normale esistenza. Fin quando un nuovo, incontenibile impulso non lo porta a ricominciare. In città, questi omicidi sono attribuiti al "Mostro di Bologna", sulle cui tracce si mettono ben presto magistrati, investigatori privati e, soprattutto, una medium, Madame Thérèse. Le pagine di Roberto Carboni trascinano il lettore dentro la mente di un assassino, attraverso i meandri del male, risucchiandolo in una storia inquietante e senza redenzione. Sembra un uomo qualunque, ma la sua vita nasconde dei segreti mostruosi. 

https://robertocarboni.com/


Trama:

Ci sono occhi che osservano, nascosti in un paesaggio spettrale…
Piero Bianchi non è ben visto nel paese in cui vive. Sua moglie si è suicidata, lui ha fatto a lungo abuso di alcol, i compaesani lo considerano un assassino. E così, quando viene a sapere che a Villa Nebbia cercano un custode, si presenta per avere il lavoro. A riceverlo è un avvocato, Emidio, ex marito di Ilde, l'anziana proprietaria della villa. Di lei si occupa la nipote, Mariasole: le due donne sono le uniche a vivere nella grande casa. Piero non desidera altro che un po' di tranquillità e quella residenza spettrale, costantemente avvolta dalla foschia, sembra fare proprio al suo caso. Una volta stabilitosi lì, però, la nebbia non smette di tormentarlo. E in quella nebbia ha sempre l'impressione che qualcuno lo osservi: sente strani ticchettii sui vetri e, soprattutto, comincia ad avere l'impressione che nella casa e nel giardino che la circonda si aggiri un'altra presenza, oltre a Mariasole e Ilde… Quando però la villa diventa teatro di inquietanti eventi, i sospetti di Piero si fanno più forti. Possibile che si stia lasciando suggestionare dalle voci allarmanti che si rincorrono su quel luogo?
Una villa decadente avvolta nella nebbia
Il soffio gelido del vento di montagna
Occhi sinistri che spiano senza essere visti 

https://robertocarboni.com/

Trama:

Sulle colline di Montebudel­lo, tra Bologna e Modena, du­rante uno scavo una ruspa porta alla luce un cadavere seppellito da oltre dieci anni.
È una sera gelida, c'è il pericolo che la pioggia battente si trasformi in tor­menta di neve. Un inferno per i tecnici della Scientifica. Giornalisti e curiosi si accalcano intorno alla zona del ritrova­mento: ben presto l'attenzione di tutto il Paese si concentra su quel macabro mistero. L'architetto Gabriele Moretti sta guardando il servizio alla televisio­ne. Ha trentasei anni, una bella famiglia a cui è molto legato e la sua carriera è decollata. Eppure, dopo aver visto quel servizio di cronaca, il suo umore cambia improvvisamente e le sue notti si popolano di incubi, invasi da luoghi oscuri, presenze spettrali e cadaveri resuscitati. Agli incubi si aggiungono emicranie, allucinazioni e la sensazio­ne di essere seguito. Come se non ba­stasse trova biglietti anonimi lasciati in ascensore, e persino la moglie e i suo­ceri sembrano mutare atteggiamento nei suoi confronti. Che cosa è accaduto davvero dieci anni fa su quelle colline? Gabriele ancora non lo sa, ma c'è una verità oscura che sta per tornare alla luce: altri efferati omicidi stanno per essere commessi. 

https://robertocarboni.com/

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