Faccia a Faccia con Salvo Fuggiano

14.02.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho cominciato a scrivere perché vivevo costantemente preda di ansia emotiva e volevo, con le mie storie, far capire meglio come vivono persone con questo forte disturbo. Attraverso ricordi, flashback, segni e sogni, allucinazioni mixate con sprazzi di realtà, ho palesato la vita di un uomo solo che lo era perché intrappolato nel suo passato. La scrittura è stata catartica e mi ha reso un essere libero e conscio di ciò che sono oggi.

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Non potrei vivere senza la lettura. Sin da piccolo il mio papà mi ha fatto appassionare alla lettura. Prima di dormire mi leggeva una favola, negli anni mi sono appassionato sempre più. Ricordo i primi classici per ragazzi. Era un viaggio solitario ma tanto appassionante. Ho diversi autori preferiti: primo tra tutti Gabriele D'Annunzio, il Vate. Il mio genere preferito resta, però, il thriller.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Ogni volta che un mio manoscritto è stato pubblicato, ho provato soddisfazione e una gioia incontenibile: i miei sacrifici erano stati ripagati. Vederlo sugli scaffali delle librerie o ricevere messaggi da chi li aveva letti mi ha dato la carica per continuare a scrivere, a raccontarmi.

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Che sia creativa o professionale la scrittura nasce da suggestioni, che poi devono essere sviluppate. Qualsiasi tipo di idea, se ben elaborata, può avere un impiego proficuo e generare infinite nuove idee. Chi scrive non può non comprendere quale grande rivoluzione sia in atto, quale mutamento della comunicazione stia avvenendo. La trovo una sfida entusiasmante. Faticosa, ma così eccitante. Ecco perché seguo l'ispirazione, non organizzo nulla. Lascio fluire le idee. Mi faccio accompagnare da loro, non il contrario.

· Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Da bambino sognavo tanto, anche e soprattutto a occhi aperti. La scrittura non era proprio nei miei progetti, e invece oggi lo è diventata. Scrivo quando sono ispirato, quando ho qualcosa che turba la mia sensibilità. Quello è il momento giusto.

· Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Sinceramente non ci sono personaggi di altri colleghi che avrei voluto creare io. Credo che ognuno di noi parte sempre dal suo di vissuto. Io parto da me stesso e come un ragno vado a tessere la mia tela narrativa.

· Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Dopo aver terminato un romanzo, inizia la fase di rilettura, correzione. Poi invio tutto alla mia agenzia letteraria e si comincia con le varie fasi di editing. Dal lontano 2014 ho inviato manoscritti un po' ovunque. Naturalmente i rifiuti sono stati tanti, ma anche belle proposte. Mai scoraggiato, sono andato avanti per la mia strada finché non sono approdato a Mursia.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Non mi va più di far male le cose. Sono perfezionista e rompiballe.

Le domande dei lettori

1. Come concili la vita da lettore a quella da scrittore? Alterni le due fasi? O coincidono?

Per me è fondamentale leggere tanto ( sono anche un libraio). Nell'arco della giornata dedico la sera, prima di dormire, il mio tempo alla lettura... durante la giornata ( se sono ispirato), invece, mi dedico alla scrittura.... naturalmente accade anche che scriva di notte...tutto dipende da cosa mi frulla in questa testa matta .. 

2. Quali sono i tuoi autori di riferimento e a cui guardi per la tua scrittura?

I miei autori di riferimento sono Oscar Wilde, Lovecraft, Edgar Allan Poe, Donato Carrisi... 

3. Cosa intendi quando dici che la comunicazione è cambiata e bisogno tenerne conto, proprio tu estimatore di D'Annunzio? 

Se ti riferisci al fatto che chi scrive non può non comprendere quale grande rivoluzione sia in atto, quale mutamento della comunicazione stia avvenendo, era riferito al concetto di sfida personale. In passato la comunicazione era fatta di scrittura ed attese, oggi invece con l'avvento delle nuove tecnologie (anche se non le considererei nuove, visto che oramai sono parte integrate della realtà attuale) si ha una comunicazione immediata ma priva di ogni forma di sentimento. Immagina D'Annunzio oggi...non credo sarebbe stato il poeta che tutti conosciamo .. 

4. Mi puoi spiegare cosa significa "naiadi" oppure rischi di spoilerare?

Mi fa piacere questa domanda...le ninfe Naiadi erano divinità della natura. Erano venerate come divinità femminili delle fonti, dei fiumi e dei laghi (Naiadi), delle foreste (Driadi), dei monti (Oreadi); erano benigne verso i mortali, di cui non disdegnavano l'amore....lo stesso D'Annunzio scrisse una poesia a loro dedicata e citando alcuni versi: "Pullula ne l'opaco bosco e lene tremula e si dilata in suoi leggeri cerchi l'acqua..." posso solo dirti che D'Annunzio avrà un ruolo fondamentale nel romanzo.

5. Da cosa è nata l'idea della trama?

Sono sincero.... volevo ritornare al thriller classico e cambiare location....la scelta è caduta su Pescara ( città che amo e dove ho vissuto uno dei periodi più belli della mia vita) quindi ho cominciato a scrivere i primi capitoli, a Dar vita a un nuovo personaggio, Agnese Poggiali. Man mano che andavo avanti con la scrittura e la storia cominciava a prendere forma mi è venuto alla mente un fatto, diciamo, strano: non avevo mai visitato la casa di D'Annunzio. A quel punto, vuoi la mia passione per il Vate, vuoi la voglia di mettermi in gioco, ho deciso di portare il "genio e la sregolatezza" di quest'artista nel libro....ma non ti dirò come..

Trama:

Sono passati più di quarant'anni dal giorno che ha cambiato la vita di Salvatore per sempre: quello in cui suo fratello Francesco morì, in circostanze mai del tutto chiarite.

Cercando di rimettere insieme la sua vita, malgrado ogni parte di lui opponga resistenza, finisce per restare bloccato in una profonda e innaturale solitudine, intrappolato dalle sue stesse paure. Eppure c'è qualcosa che lo spaventa ancora di più: un istinto aggressivo che non riesce a dominare, legato in qualche modo all'incubo che continua a tormentare le sue notti; una visione oscura da un passato ignoto, parte di un segreto che da sempre porta dentro di sé. D'improvviso, però, le urla e i pianti di un bambino rompono quel silenzio, convincendolo che qualcosa di davvero terribile stia per accadere. Realtà o solo allucinazioni dovute ai suoi traumi? Così, per sfuggire al suo male interiore, Salvatore inizia a scrivere un nuovo romanzo...

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Il sentimento più antico e profondo radicato nell'uomo è la paura, e il genere più antico e forte di paura è la paura dell'ignoto.
Lo scopo della parola scritta è sempre stato quello di spiegare all'uomo le cose che sembrano incomprensibili. Noi scriviamo per comprendere il mondo, ma anche, ed è ancora più importante, per comprendere il nostro posto nel mondo.
Ho scoperto, così, che il potere dello scrittore è strabiliante: agisce nello spirito, stimola la parte più irrazionale, tocca le corde più profonde.

Trama:

La routine di Salvatore, giornalista intento a scrivere un romanzo sulla pedofilia, viene stravolta dalla telefonata di Cosima, la badante della madre, che lo informa della morte di quest'ultima. Dopo molti anni, l'uomo farà così ritorno in Puglia, nel suo paesino natale, dove il figlioletto di Cosima farà riaffiorare in lui il ricordo del fratello Francesco, morto quarant'anni prima in circostanze misteriose.

In un torrido giugno, mentre la comunità si prepara per la festa di San Giovanni, scrittura e realtà inizieranno a seguire un unico filo conduttore, alternando le vicende di Salvatore con quelle del libro che sta scrivendo, una storia di delitti e colpe, morti atroci e bambini privati della loro spensieratezza, dove gli "orchi" esistono davvero e sono molto più terribili di quelli delle fiabe. Fra incubi e ricordi, Salvatore si ritroverà ad affrontare la scelta più difficile: assecondare la sua vera natura o combatterla per scoprire la verità sepolta nel suo passato.

Una ferita aperta, primo romanzo di una trilogia, prende spunto da fatti realmente accaduti a Gravina, con la vicenda di Ciccio e Tore, ed è già candidato a diventare una serie tv.


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