L'orco di Mussolini di Marco Di Tillo
Roma, 1924. Una sera di marzo sparisce la prima bambina. Nei tre anni successivi ne sono violentate e uccise altre sei. Mussolini è furioso, la Polizia non riesce a trovare il colpevole e gli abitanti della città sono terrorizzati.
Alla fine ci rimette un poveraccio di nome Girolimoni. Contro di lui vengono inventate diverse prove, trovati testimoni improbabili, e finalmente tutti possono tirare un bel sospiro di sollievo. Il mostro è stato trovato! Nelle indagini viene coinvolto un esperto poliziotto italiano, il commissario Giuseppe Dosi, che smonta, a una a una, tutte le prove contro l'innocente accusato e riesce anche a catturare il vero colpevole. Ma le cose non finiscono purtroppo nel modo sperato, perché proprio Mussolini prenderà, a sorpresa, una decisione incredibile, destinata a cambiare il corso degli eventi.

Marco Di Tillo ambienta il suo romanzo a Roma nel 1924 e tratta di una vicenda realmente accaduta. La prima guerra mondiale è finita da qualche anno e al potere, come si sa c'è Benito Mussolini. Una sera di marzo sparisce una bambina e nei tre anni successivi ne vengono violentate e uccise altre tre, ma questo assassino sena scrupoli non si ferma e Mussolini è furioso perché la polizia non riesce a catturare il colpevole e gli abitanti sono terrorizzati. Ad un certo punto un colpevole viene fuori, Gino Girolimoni, ma il commissario Giuseppe Dosi non è convinto della sua colpevolezza.
Per sapere come sono andate le cose si potrebbe andare a cercare anche semplicemente notizie sul fatto; io l'ho fatto solo a conclusione lettura che è stata travolgente. La storia vera viene narrata dall'autore aggiungendo certo un po' di fantasia ma il fatto di sapere che quelle vicende sono accadute realmente è agghiacciante. La lettura è scorrevole e il tema importante e l'autore, scrivendo questo romanzo, credo abbia omaggiato quelle povere bambine che purtroppo hanno perso la vita per colpa di una mente malata. Ci sono descrizioni che mettono paura perché fanno male al cuore, l'immagine si crea davanti agli occhi ed è dolorosa. L'autore con queste pagine porta il lettore in quegli anni, col terrore che aleggia nell'aria e la voglia di vita di quei corpicini sognanti. Mi hanno attratta anche le descrizioni dei luoghi e delle abitudini perché permettono di sentirsi parte della storia.
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