Notte isterica di Miran Bax

06.07.2024

Ispirato a un fatto di cronaca che nel 2011 ha fortemente scosso l'opinione pubblica nazionale, questo romanzo si snoda attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi. Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa "prima volta". Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l'idea di radere al suolo il campo nomadi. E mentre Debora, che ha assistito all'incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell'Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l'operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero. Notte isterica è una lucida analisi del mondo contemporaneo, spietato, razzista e sempre pronto a giudicare a priori 

Il libro si ispira a un fatto di cronaca risalente al 2011 che ha scosso Torino: l'incendio al campo rom provocato dai residenti del quartiere per vendicare il presunto stupro di una ragazza. "Presunto", o meglio sarebbe dire "mai avvenuto", in quanto inventato dalla ragazza per nascondere ai genitori di aver avuto un rapporto sessuale con il proprio fidanzato.

Sebbene basato su un fatto di cronaca, gli eventi e i personaggi del libro sono romanzati.

L'opera si snoda attraverso i racconti paralleli di quattro ragazzi implicati nella vicenda: Mara, la ragazzina vittima dello stupro; suo fratello, che decide di vendicarla; l'extracomunitario amico del fratello che partecipa all'incendio; Deborah, la ragazzina che passa le giornate osservando il mondo dalla finestra.

Mara e suo fratello detto "Manga", abbreviazione di "Manganello" (così chiamato per il suo carattere violento) sono cresciuti con genitori molti severi. Il padre soprattutto alza spesso le mani. Mara è cresciuta con l'ossessione dei suoi genitori riguardo alla verginità prematrimoniale, perciò quando decide di fare per la prima volta l'amore con il proprio ragazzo teme di essere scoperta. Avendo paura che la madre possa accompagnarla ad una visita ginecologica, si inventa un alibi e confessa al fratello di essere stata violentata da due uomini. Non li descrive, non fa nomi, resta sul vago. Il fratello però immagina subito che possano essere stati due zingari. Non vuole rivolgersi alla polizia, ma coinvolge il suo gruppo di amici e in seguito tutto il quartiere nell'incendio del campo rom.

Tra i suoi amici c'è un ragazzo albanese che cerca di nascondere le sue origini perché teme di non essere accolto. L'unica ragazza che si è dimostrata veramente accogliente con lui è Deborah, la ragazza conosciuta in Chiesa che tutti considerano pazza.

Lui infatti aveva cominciato a frequentare la Chiesa immaginando che le persone che si professano cristiane siano più ben disposte all'ospitalità verso gli stranieri, e invece si dimostrano spesso ipocrite e razziste.

Il razzismo è il filo conduttore della vicenda, insieme alla rabbia e all'isteria collettiva.

Come già accennato, Mara non dice infatti di essere stata violentata dagli zingari, ma subito il reato viene associato agli abitanti del campo rom.

Rabbia e violenza sono le emozioni che dominano Manga e il suo gruppo. Cresciuto con genitori repressivi e violenti non poteva essere altrimenti: Manga non fa che duplicare nella società l'esempio che vede in famiglia.

L'isteria collettiva poi dilaga nella notte. Citando le parole del Manga: "Che mi resta? Niente. Solo una notte buttata nel cesso, una notte puzzolente

e senza onore che sa di fallimento. Una notte isterica, dove tutti sono andati via di testa senza nemmeno un motivo, spingendo le loro azioni al limite della follia. Forse tutti la ricorderanno come la notte dei fuochi, io me la ricorderò per il suo odore di bruciato".

In effetti una volta passata la notte, una volta esaurita la follia, ognuno ritorna alla propria abitazione quasi incredulo delle proprie azioni, di essere arrivato a tanto.

Emerge un quadro sociale profondamente triste, in cui la maschera del perbenismo nasconde in realtà emozioni represse, paura del diverso, rabbia, vendetta.

Valentina Barillari


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