Uno sguardo innocente di Paola Iannelli
«Il rancore non termina con l'eliminazione dell'avversario, no, continua a mietere vittime, si radica nelle fonti vitali del nostro essere, e poi esplode.»
Napoli, quartiere Chiaja. La morte del piccolo Gabriele, affetto da una malattia degenerativa e costretto a vivere attaccato a dei macchinari, crea qualche sospetto. Una lettera anonima spinge la brigadiera Titta Longano ad aprire un'indagine che porterà a scavare nel torbido del condominio dove è avvenuta la tragedia. Ma le fila del destino saranno incredibilmente tirate dal Corvo, un boss latitante costretto a un'invalidità che ne ha amplificato la cattiveria.
Romanzo che ruota completamente su due figure che per opposti motivi vivono la stessa condizione umana. Il piccolo Gabriele nato con grandissimi problemi legati a una malattia degenerativa, costretto a vivere attaccato a una macchina. Gerardo, meglio conosciuto come il Corvo, boss e capo riconosciuto del quartiere Chiaja, anche lui costretto a vivere attaccano a una macchina per una rapina andata male, ed una pallottola che lo ha ferito gravemente tanto da non avere più nessuna possibilità di movimento rendendolo di fatto un vegetale. Tutto si svolge fra i vicoli e le piazze di una Napoli contemporanea, vivace, colorata e vitale come di consuetudine siamo abituati a vederla.
Tra i protagonisti la brigadiera Titta Longano ed il maresciallo Vittorio De Mattei che con la collaborazione del caratteristico appuntato Sommella e del giornalista Gegè Scognamiglio ci conducono nel percorso di ricostruzione delle motivazioni che hanno portato alla morte di Gabriele. La trama è ben costruita e la soluzione è di difficile individuazione; i colpi di scena si susseguono inaspettati ed in modo avvincente, la lettura è fluida e scorrevole. Napoli si sente viva, non in modo prepotente, grazie soprattutto ad alcuni personaggi, anche minori, che trascinano tramite i dialoghi e le descrizioni dell'autrice.