4 chiacchiere con Alessio Piras e Daniele Grillo

25.10.2023

· Avete già partecipato alla video intervista per il romanzo dal titolo "Il suono della colpa" e ora ci ritroviamo per parlare dell'ultimo uscito con la vostra firma che porta il titolo "Ultima tappa ratline" ma vorrei che ci rinfrescaste la memoria. Parlateci un po' di voi, cosa fare nella vita, dove vivete, presentatevi.

ALESSIO: Sono un genovese in trasferta. Insegno spagnolo (lingua e letteratura) alla University of New Mexico, ad Albuquerque (sì, la città di The Breaking Bad), nel lontano West degli Stati Uniti, dove sto anche studiando per conseguire un secondo dottorato di ricerca (il primo l'ho preso a Pisa, ma è una vecchia storia). Prima di attraversare l'Atlantico, ho vissuto otto anni a Barcellona, in Spagna, città alla quale mi sento profondamente legato. Per la cronaca, sono tifosissimo del Genoa.

DANIELE: Vivo a Genova da sempre, città che amo ma che a volte mi sta un po' stretta. Sono vicecapocronista del Secolo XIX, il principale quotidiano della Liguria. Sono sposato e ho tre figli.

· La protagonista di questi romanzi è Benedetta Fabbri, com'è nata e perché avete scelto di raccontare una storia con una donna come protagonista?

ALESSIO: Qui cedo la parola al mio socio, perché alla fine Benedetta è un'idea sua. Io l'ho solo assecondata.

DANIELE: Benedetta la postina potrà essere nata da un input mio (era la protagonista di un progetto nato per una tv locale, che poi non è mai stato realizzato), ma si è alimentata del rifiuto di entrambi del già visto, del già conosciuto, dell'annoiante. Ben è la prima portalettere indagatrice d'Italia, e soprattutto non è né marescialla né commissaria. Che nell'italico noir, di queste figure, ce ne sono già abbastanza.

· Com'è nata l'idea della trama? Ho letto che è stata pubblicata un'inchiesta dal "Secolo XIX" che parlava dell'argomento del romanzo; quanto avete usato la fantasia e quanta verità siete riusciti a scoprire?

ALESSIO: L'idea nasce proprio dalle inchieste del Secolo XIX, che ci siamo letti, studiati e poi abbiamo approfondito. La fantasia è fondamentale per riempire i molti, troppi buchi che la storia documentata lascia. E poi aiuta a costruire le storie che permettono a tutti di avvicinarsi e scoprire la Storia, con la esse maiuscola.

DANIELE: Ha detto tutto il socio americano.

· I documenti della curia non sono consultabili, sicuramente ci sono molti e validi motivi per questo divieto, che altre fonti avete consultato?

ALESSIO: Come ben dici, le fonti della curia non sono accessibili e questo non è un problema da poco. Probabilmente in quelle carte ci sono dettagli che possono spiegare molte cose. Altre fonti consultate, nel mio caso, visto il mio lavoro, sono state soprattutto fonti accademiche, di storici di professione, che hanno provato a far luce su questa vicenda, ma anche sulle altre correlate. Per esempio, è stato molto interessante scoprire chi fossero gli Ustascia e che ruolo ha avuto un piccolo Paese come la Croazia nella II Guerra Mondiale.

DANIELE: Alla fine è un romanzo, non un saggio di indagine storica. Se avessimo avuto un'inaspettata apertura da parte della curia, probabilmente questo lavoro si sarebbe orientato in altra direzione. Ci siamo attenuti alle fonti a disposizione, che non sono comunque poche, e alla potenza ispiratrice dei luoghi.

· Personaggi: Benedetta Fabbri, Trick, i personaggi storici, Primo Fabbri (che fa molta tenerezza) parlateci un po' di loro. Chi li ha delineati, come sono cambiati dal primo romanzo a questo?

ALESSIO: A parte Benedetta, il cui primo schizzo è tutto di Daniele, gli altri sono frutto dell'intuizione di uno dei due e poi ci si lavora insieme. Non ricordo chi ha inventato Trick o chi ha inventato Primo. Di sicuro il padre di Benedetta l'ho fatto genoano io. Ma la cosa bella di lavorare con Daniele è che è irrilevante a chi dei due venga l'idea perché alla fine ci lavoriamo entrambi e ogni dettaglio è davvero il frutto di un lavoro di squadra.

DANIELE: Io rivendico con forza la caratterizzazione del dottor Farinella, un personaggio molto più che secondario che di libro in libro sta crescendo. È un dentista quasi pensionato, Benedetta all'inizio va da lui per pensare, perché lei è fatta così, quando prova dolore riesce e riflettere meglio. Poi però lo scorbutico maniscalco di canini e incisivi si rivela un grande appassionato di anatomopatologia, passione che sfoga in un retro-studio nascosto dietro a una libreria. Sua, sicuramente, la scena più esilarante di Ultima tappa ratline. Perché in questo libro si sorride anche un po'.

ALESSIO: Confesso che quando mi ha passato il capitolo de Il suono della colpa in cui Farinella, come un perfetto Sherlock Holmes, mostra il retrobottega a Benedetta, ho pensato di avere un socio genio (ride).

· Parlateci dei vostri progetti futuri. Ci sarà un terzo romanzo con Ben, spero, ci potete svelare qualcosa?

ALESSIO: La nostra intenzione è quella di scrivere almeno un terzo romanzo della serie Benedetta Fabbri. Abbiamo parlato un po', ma bisogna trovare il tempo, che è la cosa che manca a entrambi.

DANIELE: Però quando partiamo, di solito, partiamo! E ci siamo vicini, direi.

· Quando procedete alla stesura del romanzo vi dividete i lavori? Come vi organizzate? Cosa vi ha spinto a scrivere i due romanzi insieme?

ALESSIO: Molto banalmente buttiamo giù una scaletta e ognuno si prende quello che gli è più congeniale. Ma tra la prima stesura e la pubblicazione ci sono tante ore di rilettura e riscrittura. Alla fine, siamo incapaci di capire chi ha scritto cosa. A spingerci a lavorare insieme credo sia stata una naturale affinità stilistica e sentimentale. Quest'ultima parola da intendere nel senso di una bella unità di spirito nei confronti della vita.

DANIELE: Nei confronti della vita e delle storie. Amiamo raccontare, e farlo in maniera libera, all'inizio. Poi le briglie quando divaghiamo troppo le mettiamo in un secondo tempo. Di solito, ecco… La prima stesura è un gran casino, ma poi mettiamo tutto a posto e lo facciamo in maniera incrociata. Nessuno si innamora troppo di quanto ha scritto lui, lavorare in coppia consente di avere due creativi all'opera e al contempo due editor. Non sfruttare l'occasione di utilizzare a pieno queste potenzialità sarebbe un peccato.

· Quale parte del processo di scrittura è la più difficile?

ALESSIO: Mi viene da dire tutti e nessuno. A volte si fa fatica a iniziare, altre a continuare, altre ancora a concludere. Dipende molto dal momento e da cosa succede nella mia vita al di fuori della scrittura.

DANIELE: Condivido l'analisi del socio. Va detto che in due, a volte, siamo di traino alternato per l'altro. Sono in crisi io? Magari mi trovo due capitoli in mail scritti da lui senza che dicessi nulla. Oppure succede il contrario. L'importante è l'obiettivo: siamo in Mursia, orgogliosi di esserci, e questa storia, ci ripetiamo nei momenti no, va portata in fondo.

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