Aisha deve morire di Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti

14.03.2023

Quando Razia Nawaz, una giovane pakistana, si presenta all'agenzia investigativa di Emma per chiederle di ritrovare sua sorella Aisha, lei teme il peggio.
La ragazza, dopo una violenta lite con il padre, è scappata e nessuno sa dove sia. Ma la sorella, nonostante nasconda parte della verità a Emma, sostiene di volerla aiutare.
Emma e Kate cercano insieme di ricomporre un puzzle a cui mancano dei pezzi fondamentali: perché Aisha è fuggita? Chi l'ha aiutata? Qualcuno l'ha vista? Perché la sorella ha vietato a Emma di contattare gli altri membri della famiglia?
La comunità pakistana è chiusa, ermetica. L'investigatrice e la scrittrice devono muoversi con cautela nella speranza di trovarla prima di chi ha deciso di punirla con la morte per la sua disobbedienza.
Ma contro di loro si erige un muro di omertà difficile da superare e il tempo scorre inesorabile. Eppure devono far presto, perché mentre l'ombra cupa del destino subìto da chi si è ribellato alle leggi non scritte della tradizione si stende sulla vicenda, dalle profondità del lago emerge un terribile segreto… 

Emma e Kate sono le due protagoniste della serie scritta dalle due autrici. In questo nono romanzo troviamo il racconto di una storia attuale. 

Aisha è una giovane ragazza pakistana scappata da casa dopo l'ultima violenta lite col padre. Razia Nawaz è la sorella della ragazza che, contrariamente alla cultura pakistana, si presenta all'agenzia investigativa di Emma per chiederle di ritrovarla. Razia chiede ad Emma il completo riserbo verso il resto della famiglia e non le dice tutta la verità. La comunità pakistana è ermetica ed Emma trova molte difficoltà a portare avanti l'indagine ma per fortuna non è sola, c'è Kate la sua amica scrittrice. 

Non conoscevo queste due protagoniste anche se ne avevo sentito parlare. Essendo al nono romanzo le descrizioni delle due non sono molte ma non ho trovato difficoltà ad entrare in empatia con loro. Gli altri personaggi li ho trovati ben delineati e Aisha mi ha fatto molta tenerezza. La sua storia, che potrebbe essere reale e attuale perla cultura pakistana, mi ha molto colpito.  Trovo bello che un popolo sia attaccato alla sua cultura e alle sue tradizioni, ma credo che questo non debba tenere prigionieri, certe scelte vanno fatte da soli. 

Le autrici raccontano la storia cambiando spesso la voce narrante. Quando raccontano i fatti dal punto di vista di Emma e Kate si sente la voglia e spesso il bisogno di trovare Aisha, la paura e la furia di sapere. Quando tutto è visto dagli occhi della giovane ho percepito il senso del terrore ma anche la voglia di vivere. A volte è il padre di Aisha che racconta e arriva la forte determinazione e il legame intenso con la cultura, con quei principi trasmessi da generazioni. Tutte sensazioni e sentimenti che arrivano subito, colpiscono e lasciano il segno. Il romanzo è appassionante, scorrevole, realistico e a tratti toccante. Un libro da leggere che permette di riflettere su quanto l'umanità voglia sentirsi avanti e all'avanguardia ma che in realtà dovrebbe farci rendere conto di quanta strada ancora abbiamo da fare.


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