Assedio mortale a Milano di Ippolito Edmondo Ferrario 

25.09.2023

L'odissea del piccolo Morathi e dei suoi genitori, partiti dall'Eritrea e finiti prigionieri in uno dei campi per migranti allestiti in Libia, è destinata ad intrecciarsi con la vicenda di Amadi Babatunde, primo nigeriano ad indossare la divisa di agente della Polizia Locale della città di Milano. In una metropoli improvvisamente assediata da un'ondata migratoria incontrollata, tutto sembra
destinato a soccombere al caos, mentre i poteri forti lanciano la loro sfida al sindaco Enrico Villa, esponente del sovranismo nazionale e vittima di oscuri ricatti. Fra intrighi, macchinazioni e violenza, l'ambigua figura di Raoul Sforza,
meglio conosciuto come "il banchiere nero" per i suoi trascorsi eversivi risalenti agli Anni di Piombo, è destinata a ricoprire un ruolo chiave per la sopravvivenza di Milano. Mentre i milanesi si dividono tra accoglienza e xenofobia, paura del diverso e accettazione, Sforza scenderà in campo forte del suo innato cinismo, privo di ogni morale, determinato a ricorrere ad ogni mezzo per imporre la propria volontà. 

Raul Sforza è il personaggio creato da Ippolito Edmondo Ferrario che con questo romanzo arriva alla terza indagine. Raul è un personaggio cinico e solitario, si appoggia ad altri ma solo per raggiungere i suoi scopi; trama intrighi, muove i ricattabili a suo piacimento, se necessario usa la violenza. Tra queste pagine  tanti profughi arriveranno a Milano, conosceremo Morathi e i suoi genitori e fra gli altri anche Amadi Babatunde. Raul non è certo il classico protagonista perfetto,  per molti aspetti è l'opposto. Ippolito è riuscito  a creare una figura che  attrae il lettore e lo porta spesso ad assistere a lotte, interne e continue, tra amore e odio.  Ho conosciuto Raul leggendo il precedente, "I diavoli di Barzagli" e inizialmente non l'ho per niente amato ma conoscendolo, o leggendolo, ho scoperto che un cuore ce l'ha, forse per proteggersi, per proteggere o chissà per quale motivo, non si apre con nessuno. Terminando il precedente ho sentito la mancanza di Raul perché sentivo che aveva ancora molto da raccontare e continuo a pensarlo anche dopo questa lettura.

L'autore ha creato una trama avvincente e intricata, mi aspettavo un ulteriore colpo di scena ma non è arrivato, devo aver corso troppo con la fantasia. La lettura è stata molto piacevole e il gran numero di pagine non è assolutamente pesato. La scrittura è scorrevole e le descrizioni sia dei personaggi che dei luoghi sono tante, non c'è posto per la fantasia, ogni descrizione è minuziosa e permettono un viaggio tra le strade e i profumi di una Milano in grande crisi ma pur sempre bellissima.


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