Faccia a Faccia con Giancarla Erba

13.09.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Il desiderio di scrivere testi è un'ambizione che ho avuto praticamente da sempre e che in parte ho realizzato negli anni con la stesura di articoli tecnici, pubblicitari e poi, finalmente seguendo le mie passioni, storici. Ho realizzato diversi articoli per blog storici, in primis per Celtic World, portale molto seguito nei primi anni 2000. Ma è stato solo dopo la stesura della mia tesi per l'accademia di naturopatia che ho pensato di realizzare un vero e proprio libro. È così che è nato il mio primo saggio "La medica e la strega" che tratta della storia delle donne all'interno del comparto medico. Successivamente il mio amore per la storia e per il periodo dell'età del ferro legato ai Celti, mi ha portato a studiare e sviluppare il mio secondo saggio "Il segreto della medicina dei Celti", testo unico nel suo genere in Italia che ha riportato un ottimo successo. Ho anche diverse idee per dei romanzi, sempre legati al contesto storico, ma attualmente non mi sento ancora pronta. Spero di poter realizzare anche questo obiettivo in un prossimo futuro.

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Scrivendo saggi, l'organizzazione del lavoro è obbligatoria, dato che bisogna prima fare ricerca e poi estrapolare ciò che può essere utile per il testo e scartare quello che non serve. Di norma inizialmente faccio un prospetto sugli argomenti che mi piacerebbe trattare, poi ricerco testi, rapporti archeologici e documenti vari, oltre in molti casi, a visitare musei e fare piccoli reportage fotografici a supporto. Indispensabile è il lavoro della ricerca delle fonti e della verifica delle notizie. I due momenti della stesura che apprezzo di più sono il momento in cui metto insieme i vari dati e inizio a scrivere un nuovo capitolo, e la stesura della bibliografia.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

È stata davvero una grande emozione, la realizzazione di un sogno, anche se purtroppo la primissima volta è stata una pubblicazione con una CE che non ha badato molto al dettaglio, l'impaginazione lasciava molto a desiderare e le immagini erano a dir poco catastrofiche; con il cambio di CE tutto è andato molto meglio e trovarlo sugli scaffali e/o ricevere commenti positivi da chi lo aveva letto mi ha riempito di orgoglio. Sono davvero soddisfatta.

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Naturalmente sono una lettrice più che appassionata, non ricordo il primissimo libro, ma certamente ricordo il primo che ha lasciato un'impronta significativa: avevo 12 anni e mi hanno regalato Il diario di Anne Frank, una svolta nella scelta dei titoli e dei testi da leggere. Non ho UN solo autore preferito, ma se devo fare dei nomi direi Dumas, Svevo, Yourcenar, Austen, Marquez, Allende, Follett, Benni, Pennac, Tolkien e decine di altri! Il mio genere preferito è senz'altro il romanzo storico e il saggio, ma non disdegno anche altri generi seppur con minore intensità

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Nessun rito particolare tranne che sedermi davanti al pc e aprire i miei files, scrivo seduta alla mia piccolissima scrivania con vista sugli alberi del giardino dietro i quali si stagliano i grandi palazzi della mia città. Quando scrivo amo avere una colonna sonora di sottofondo, esattamente come quando leggo, spinge la mia creatività e mi fa concentrare meglio.

· A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Avendo scritto due saggi, difficile dire quale preferisca, dato che entrambi trattano temi che sono per me molto importanti, se dovessero impormi di buttarne uno dalla torre, nel dubbio mi lancerei io!!!

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Non ho ancora la presunzione di definirmi scrittrice, credo di dover fare ancora molta strada per potermi riconoscere in un termine così specifico ed importante. Sono una persona che non si sa vendere e quindi sono sempre molto parca nei complimenti verso me o i miei libri; da bambina mi ero fatta comprare da mia madre una serie di libri classici in una collana "per ragazze" (sic!) e tra questi vi era Orgoglio e pregiudizio della Austen che credo di aver letto almeno una cinquantina di volte e solo di recente ho scoperto di avere questa preferenza in comune con J.K. Rowling e proprio come lei, da ragazzina avrei desiderato essere, letterariamente parlando, simile a Elizabeth Bennet; da anni raccolgo frasi o parti di libri che mi colpiscono particolarmente e, quando ho bisogno di sentirmi "coccolata" me le vado a rileggere. 

Le domande dei lettori

1. Cara Giancarla, scrivo anch'io. Amo la Storia e il Medioevo, e visto che hai scritto dei testi di medicina, immagino che conoscerai Trotula, su cui aleggia molta leggenda: fu una donna o un insieme di donne medico? Tu che ne pensi? Poi, come vivi la fase di raccolta delle informazioni per il saggio di turno che stai scrivendo? Per me rappresenta una bellissima fase. Imparo tante cose e posso illustrare ai miei lettori un mondo che non c'è più.

Trotula è un meraviglioso enigma che resterà nel tempo, l'ipotesi dell'insieme di medici (e non solo donne) è di una storica americana, Miranda Green, la cui teoria riporto nel mio libro. La sua tesi è che non ci siano prove certe dell'esistenza della persona. In realtà sono stati raccolti dati relativi alla famiglia, marito, figli e ruolo all'interno della scuola medica salernitana e moltissimi studiosi la ritengono realmente esistita...forse non era quello il suo nome esatto ma come Mercuriade per esempio, era una figura reale e concreta secondo me, e anche se i trattati fossero stati scritti da un gruppo di medici, ciò non toglie nulla al suo ruolo e al suo contributo alla storia medica. Per quanto riguarda la raccolta di documenti, non è certo facile, spesso sono testi antichi e di difficile lettura, in alcuni casi, come per la medicina dei Celti, visite ai musei e raccolta di documenti archeologici. Certamente è una fase esaltante, specialmente quando scopro qualche piccola "chicca" ignorata, o non sufficientemente approfondita, nei testi accademici recenti e più quotati.

2. Brava! Se ho ben capito, hai scritto due saggi , storici. Uno studio , un grande approfondimento. Mi piacciono i gialli storici, perché imparo sempre qualche cosa di nuovo. Tu poi, hai studiato popoli ed epoche che non vengono molto descritti nei gialli. Mi piace potrei prendere spunto
Esatto due saggi storici, diversi tra loro perché Il Segreto parla dei Celti e della loro medicina, La medica e la strega è una cavalcata attraverso le epoche e le donne che hanno inciso sull'evoluzione delle tecniche mediche e che troppo spesso sono state dimenticate. I miei studi hanno richiesto alcuni anni di impegno, ma credo ne sia valsa la pena. IN effetti sui Celti si scrive poco ma soprattutto male, dando credito a teorie ottocentesche un po' raffazzonate e che poco c'entrano con la realtà storica di quelle popolazioni. 

Trama:

"La medica e la strega" 

Un tempo a Babilonia, i malati si mettevano fuori dal tempio e ognuno che vi si recava veniva interrogato su quali cure fossero più idonee al caso in questione". Da allora la medicina ha intrapreso una strada evolutiva che nel tempo si è divisa in due parti fondamentali: quella della professione medica scientifica, e quella di una visione più empirica e legata all'antico che ha voluto conservare e tramandare antichi rimedi e tradizioni legati alla cura della persona. Le donne erano presenti in entrambi i casi ma seppur osteggiate e combattute quando non torturate e uccise, hanno resistito e hanno dimostrato che la forza di volontà e l'amore per la conoscenza possono vincere anche i peggiori pregiudizi. La medica e la strega racconta le storie di molte di queste donne, quelle che per nascita e appartenenza furono avvantaggiate e intrapresero la via della medicina e quelle che, figlie di un popolo dimenticato e sofferente si sono spese, rischiando e spesso perdendo la vita, per aiutare coloro che soffrivano basandosi su antiche ricette di famiglia e rimedi riportati in documenti che si perdono nella notte dei tempi.

Mediche, streghe, suore, avvelenatrici o infermiere, ognuna di loro ha avuto un ruolo decisivo nello sviluppo della medicina e nell'emancipazione della donna lungo i secoli, ricordare la loro opera e il loro lavoro è il minimo che si possa fare per rendere loro un dovuto omaggio. 

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Trama:

"Il segreto della medicina dei Celti"

Questo libro è il tentativo di dare una risposta a domande che hanno attraversato i secoli e che oggi, grazie a ritrovamenti archeologici, unitamente agli scritti degli storici dell'epoca, è possibile almeno parzialmente soddisfare, cercando per quanto possibile, di fare il punto della situazione medica delle Gallie prima della conquista definitiva da parte dei Romani. Nell'antica Gallia indipendente, la medicina aveva un ruolo importante in quanto strettamente unita alla religione, beneficiando della sua influenza. I druidi detenevano la scienza della natura delle cose che era oggetto costante dei lori studi, e i segreti del corpo umano e dell'arte medica facevano parte della loro competenza senza alcun dubbio. In questo trattato scopriamo quindi quali piante usassero, quali strumenti chirurgici e soprattutto se queste tecniche fossero uguali o simili ai popoli coevi, visto che si è sempre alimentata l'idea dei Greci e dei Romani come evoluti mentre le altre popolazioni erano (e tutt'ora sono) classificate come "barbare", incapaci di avere una vita sociale evoluta secondo i loro tempi. Questo volume vuole rivelare le abilità dei Celti come medici, la loro fama come erboristi e le loro capacità chirurgiche e curative che erano simili e a volte superiori a quelle dei loro cugini europei. Nel testo si parte dal definire con chiarezza la figura del medico per poi sviluppare le tecniche in uso presso le popolazioni galliche che andavano dalla medicina erboristica, alla chirurgia, all'uso delle acque termali, senza dimenticare tutta la parte sacra legata alle divinità di riferimento, alle formule magiche e agli amuleti utilizzati per aiutare il malato a guarire e agli ex voto per ringraziare o per ingraziarsi il dio e la dea preposti ad un certo tipo di cura. Si parla delle scuole di medicina di Gallia, ma anche dei rituali e del trattamento in morte e un ampio spazio è dedicato allo sviluppo della questione donne medico: la loro presenza, i ruoli svolti. Una sezione considerevole è dedicata all'Erbario e cioè alle piante che i Vati di Gallia usavano per guarire, e anche a quel settore in cui i medici celti erano considerati un'eccellenza: l'oftalmologia. Uno studio che vuole illustrare il mondo medico celtico a tutto tondo, con i suoi punti di forza e di debolezza. Tutto quello che oggi sappiamo sui sistemi curativi dei celti è qui condiviso per la prima volta in Italia.

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