Faccia a Faccia con Letizia Vicidomini

05.09.2023

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Sono principalmente una lettrice, come credo debba essere chiunque decida di scrivere. Ho subito sin da piccola la fascinazione delle parole, la loro forza e capacità di descrivere le emozioni che provavo nel viaggio tra le pagine. Allora mi sono chiesta "sarei capace di farlo?". Ho cominciato a scrivere per pubblicare una quindicina di anni fa, e spero di non smettere mai più.

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Ogni mia storia parte da una suggestione, molto spesso visiva. Ho uno starter che fa detonare l'atto creativo, e cerco di metterlo a fuoco sin da subito. Nel caso de "La ragazzina ragno", per esempio ho immaginato questa adolescente seduta a gambe incrociate sul suo lettino, l'ho vita allungare zampe ideali per ghermire tutto ciò che desiderava, e da quel frame è nata la sua vicenda. Nel periodo di elaborazione raccolgo dettagli, appunto piccoli episodi che possono apparire insignificanti ma che poi trovano posto nelle pagine. Pian piano la struttura prende forma, si solidificano i personaggi e le relazioni, ma non faccio alcuna scaletta. Tutto avviene in maniera conseguenziale, un capitolo dopo l'altro: sono una scrittrice disciplinata ma non seguo regole, piuttosto vado dietro il pifferaio della scrittura, che per me è pura magia.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

L'emozione di un libro stampato con le tue parole impresse sulla carta è pari alla nascita di una creatura propria. Non credo di esagerare nell'affermare che per me sia stata un'esperienza indimenticabile, che si ripete ogni volta che vede la luce una nuova storia.

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Come dicevo in apertura ogni scrittore dovrebbe essere prima un lettore innamorato delle parole. Il mio primo libro serio, letto a tredici anni, è stato "Uno, nessuno e centomila" di Pirandello. Sono entrata completamente e irrimediabilmente nel suo mondo, leggendo di seguito tutte le sue opere maggiori, passando poi ai gialli della Christie, le storie appassionate di Marquez e della Allende. I miei autori preferiti rimangono questi delle origini, ma poi se ne sono aggiunti tanti altri. Sono una lettrice onnivora, con preferenza per l'introspezione psicologica che alla fine è anche caratteristica primaria del noir.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Riti scaramantici veri e propri non ne ho, scrivo alla mia piccola postazione di lavoro a casa e ascolto tanta musica, inclusa quella live del mio compagno bassista che si esercita e studia mentre io lavoro. Per il resto mi adatto al resto della vita che conduco: sono un'impiegata amministrativa e gran parte della giornata la passo in ufficio o in viaggio, quindi incastro la scrittura in tutti gli spazi possibili.

· A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

Amo tantissimo "Il segreto di Lazzaro" per la potenza del personaggio e la sua poetica. Ha rappresentato per me uno spartiacque tra la scrittura istintiva e privata e quella destinata ad altri. In più ha una bellissima prefazione di Maurizio de Giovanni, che tengo cara nel cuore.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Sono, come detto, una scrittrice anarchica: non faccio scalette e la successione dei capitoli la segno dopo averli scritti. In realtà mi sento spesso una spettatrice che si limita a descrivere ciò che vede mentre accade, da una specie di finestra sul cortile del mondo.

Mi piace che le mie storie siano polisensoriali: cerco di raccontare anche i profumi, i sapori e le suggestioni tattili. Troverete sempre qualche ricetta gustosa tra le pagine, e sapori di casa e della tradizione.

Infine scoprirete che ogni parola che utilizzo è accuratamente scelta e amata. Sono costantemente alla ricerca di sinonimi e contrari, giacché la nostra lingua è una cornucopia ricca di termini bellissimi, a volte poco usati. 

Trama:

Marlena Vichi è una musicista di successo, direttrice d'orchestra e docente presso il Conservatorio di Napoli. Sposata da diverso tempo con un suo ex maestro più grande di lei, non disdegna di allacciare relazioni discrete con alcuni dei suoi studenti. L'ultimo in ordine di tempo minaccia di rendere pubblica la loro storia, ma prima che possa portare alla luce il legame clandestino succede qualcosa di drammatico. Andrea Martino è un commissario in pensione, pronto a mettersi ancora al servizio della Polizia. Viene coinvolto nella morte sospetta di una bambina avvenuta qualche mese prima, e si troverà anche al centro della vicenda di Marlena. Due storie che si sovrappongono e si muovono sullo scenario di una Napoli continuamente in bilico tra la bellezza e l'orrore, e quelle verità nascoste da tempo che finalmente vengono rivelate. 


PRELUDIO

Mentre aspettava che il ragazzo salisse le scale, entrasse in casa e sistemasse le cose in attesa del loro incontro, si fermò dall'altra parte della strada, al riparo di un alberello rachitico. Non c'era molto movimento, solo quello fluido di gente che di norma passeggia, si affretta per i propri motivi, persa nelle beghe personali o nei pensieri belli, comunque disattenta.

La cifra costante della vita del formicaio umano è quella, oggi, e in certi casi può tornare molto utile, se non vuoi che si noti ciò che fai o stai per fare.

Se ti senti un'ombra, probabilmente puoi anche convincere gli altri che lo sei, in special modo se gli altri sono distratti dai fatti loro.

Le ombre si dimenticano, le ombre non parlano, non sembrano pericolose, sono solo ombre, pronte a dissolversi appena necessario.

"Ce l'hai una sigaretta?"

Sobbalzò. Non aveva visto arrivare quel tossicomane mezzo fatto, che necessitava di fumare per sopire almeno una delle dipendenze del corpo.

Rispose con un diniego, senza voce, sperando di liquidarlo in fretta, ma il tipo non sembrava volersi schiodare.

"Ja, possibile che non ce l'hai una sigaretta? Allora dammi due, tre euro, mi compro una birra, qualcosa da bere …"

L'ombra si guardò intorno, pregando che nessuno mettesse a fuoco quel piccolo teatrino che si ripeteva centinaia di volte, nelle strade, il tiramolla tra un questuante e il potenziale benefattore che si schermiva, in genere, oppure reagiva infastidito.

Al momento nessun pericolo, però non poteva permettersi di discutere con quel rifiuto umano, perciò tirò fuori una moneta da due euro e la lasciò cadere nella mano aperta del tizio. Questo sorrise, mostrando denti neri e consumati, e lasciando intravedere per un istante la sua giovane età mentre arraffava il misero bottino come un bambino il dolciume desiderato.

Uno spreco, pensò l'ombra.

Per fortuna si dileguò in un attimo, senza lasciare traccia, abbandonando l'ombra a completare il suo breve appostamento. Consumò infatti in pochi passi la distanza che separava l'albero dal portoncino e studiò la pulsantiera del citofono per individuare il cognome che cercava.

Era scritto insieme ad altri due su un'etichetta adesiva sovrapposta alla targhetta che ne conteneva un altro, forse quello originario.

Bussò, come concordato, e sentì lo scatto del portoncino che si apriva.

Imbucandosi dentro in fretta per evitare altri incontri sgraditi, cominciò a fare le scale; velocemente, ma non tanto da arrivare al piano con il fiatone.

La porta era già socchiusa, si infilò in quello spiraglio quasi fosse fatta di fumo, senza sapere ancora esattamente cosa l'aspettasse lì dentro.


https://www.amazon.it/Dammi-vita-Partitura-sangue-Napoli/dp/8842565466/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1669287726&sr=1-3

Trama:

VINCITORE 2021 GARFAGNANA IN GIALLO - Sezione classico

«Non era stato un omicidio a freddo, un gesto casuale che avrebbe potuto colpire chiunque: chi aveva agito voleva uccidere Maya, lei sola. L'aveva fatto perché l'amava. Oppure la odiava, che è la stessa cosa.»

C'è una ragazzina che domina il suo mondo domestico come una sovrana dispotica: ordina e stabilisce regole, impone il proprio volere, allunga le zampe come un ragno al centro di una delicatissima ragnatela. Gestisce qualcosa di troppo grande per lei. E viene uccisa, per questo. C'è un ragazzo muto, che però ascolta e vede quello che accade intorno a lui: a volte troppo, e questo potrebbe costargli molto. C'è una famiglia disgregata, fatta da individui soli, compressi nel proprio piccolo universo di minuscoli piaceri e grette soddisfazioni. C'è una donna che sente forte la necessità di correre in aiuto di chi ha bisogno, che chiama a sé un anziano commissario in pensione affinché insieme possano spiegare una morte iniqua. C'è tanto da capire di una giovane vita spezzata. Più complessa, più adulta, più sporca di quanto dovesse essere alla sua età. Ingiusta. Come la vita sa essere, a volte.

© 2020 Le Strade del Giallo. Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia