Faccia a Faccia con Marzia Musneci

31.01.2023

· Hai realizzato i tuoi sogni da bambina? Era già in programma di diventare una scrittrice o non ci avevi mai pensato da piccola? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

Da bambina volevo fare il pompiere (colpa di Stanlio e Ollio), perciò no, non ci sono ancora riuscita. Continuo a lavorarci, però. Giuro.

Ho sempre scritto, a dire la verità, ma solo da una quindicina di anni costruisco storie e le consegno al mondo. Prima di farlo ho letto, letto e poi letto. Sono una lettrice feroce, onnivora e compulsiva.

Fino a due anni fa ho rubato il tempo per la scrittura ad attività scellerate che avevano 'sto vizio di pagare il mio tempo. Ora appartengo tutta ai miei universi immaginari.

· Quali sono le fasi e i passaggi che affronti quando finisci di scrivere un romanzo? E come procedi per arrivare alla pubblicazione? Come reagisci o hai reagito a un eventuale rifiuto da parte di una Casa Editrice a cui avevi mandato il tuo manoscritto?

Le mie fasi post-scrittura: 1) festeggio al mare (in qualsiasi stagione); 2) depressione post partum; 3) invio all'editor; 4) depressione post partum; 5) incazzatura con l'editor; 6) ma se mollo tutto? 7) cavolo, l'editor ha ragione; 8) revisioni, entusiasmi e santioni; 9) invio all'agente; 10) attesa; 11) mollo tutto (senza punto interrogativo); 12) arriva il contratto, firma e giubilo; 13) arrivo delle copie: ma che l'ho scritto io, questo? Ma tutto tutto? 14) Ma 'sto Nobel? Che fanno a Stoccolma, dormono? 15) vabbe', si vede che me lo danno per il prossimo, mani sulla tastiera e digitare.

Comunque, gli editori hanno le loro linee editoriali, le loro collane e le loro esigenze di mercato. Il romanzo giusto deve arrivare all'editore giusto. Per questo serve un agente in gamba. In genere, quando arriva una risposta positiva sono già a metà del romanzo successivo oppure ho scritto tre racconti.

In caso di risposta negativa, mi trovo bene con gli dèi pagani. Sono parecchi e non se la prendono più di tanto. Li tiro giù tutti, e se li finisco faccio ricerche, ne trovo di nuovi e imparo un sacco di cose. Alla peggio me ne invento qualcuno. Poi mi rimetto a scrivere.

· Esiste un personaggio di un romanzo che avresti voluto creare tu? Quale?

Lasciando perdere i classici (che non darei per aver inventato io Ulisse e Odissea), nel mio genere avrei voluto inventare Philip Marlowe. Senza dubbi.

· Nei tuoi romanzi ci sono messaggi che vuoi trasmettere al lettore? Se sì, quali? Ci sono argomenti che non tratteresti mai nei tuoi romanzi? Quali e perché?

Io i messaggi li mando per sms, messenger e whatsapp. Non amo i romanzi a tesi, e se ci inciampo non li leggo volentieri. Io racconto storie. Le prendo dal mondo e dall'esperienza umana e 'punto al bordo, costeggio' (o almeno ci provo) come il lanciatore di coltelli di Erri De Luca: 'L'errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo'.

Se poi un lettore vede un messaggio in quello che scrivo, va benissimo. È parte della magia della comunicazione, che non finisce mai di stupirmi.

Cosa mi riesce difficile? Be', c'è una cosa che trovo durissima, ed è scrivere di violenza sugli incolpevoli: gli animali, le piante, i bambini, le persone inermi. Occupandomi di letteratura criminale, a volte è necessario entrare in questi inferni, ma cerco di evitarlo. Se proprio devo per esigenze narrative, farlo mi costa molto, moltissimo.

Ah, non scriverò mai scene di sesso in dettaglio. Il sesso abita la sfera dell'indicibile, come la poesia e la follia. Perciò non lo dico.

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Sono una povera scrittrice bullizzata dai personaggi che inventa. Quando una storia mi si ficca in testa non dormo più. Perciò scrivo per salvare la pelle.

Per prima cosa sistemo quelli che chiacchierano a manetta sul far del sonno, i personaggi. Di loro so tutto, anche cose che nel romanzo non finiranno mai. Poi li sguinzaglio in un'ambientazione precisa con qualche freccia che indica direzioni vaghe. Quando ormai credono di poter andare qua e là a casaccio, arrivo io, faccio la scaletta, li metto in riga e comando a bacchetta. Se volete chiamarla ispirazione, questa. Per me, appunto, è autodifesa. Del resto, nella storia c'è sempre più di quello che credi di metterci. Non lo dico io. Lo dicono, fra gli altri, King e Pontiggia.

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Un mio amico (che è Marco Proietti Mancini) dice che leggere e scrivere è come inspirare ed espirare. Non ricordo di aver trascorso un giorno senza leggere. Leggo in tutte le situazioni, le condizioni, i climi e gli orari. Il mio primo amore è stato il libro di lettura di prima elementare. Quello con le storielline scritte grandi e le figure. Bella forza, direte. Il fatto è che la maestra ci aveva assegnato da leggere una paginetta e invece ho letto tutto il libro in un pomeriggio. L'ho divorato. Ho scoperto così la magia della lettura e non l'ho lasciata più.

Con gli autori preferiti potremmo fare mattina. Omero (o gli omeridi, se preferite), Lucrezio, Edgar Allan Poe, Lovecraft, Garcia Marquez, Allende, Chandler, Hammet, Faulkner, Dostoevskij, Tol'stoj, Bulgakov, Majakovskij, Pasternak, Mandel'štam, Yourcenar, Hawking, Greene (David), Le Carré, Pulixi, tanti colleghi giallisti italiani contemporanei e bravi, Colagrande, Calvino, Landolfi, Cavalli, Maraini (Dacia e Fosco). Un bell'inguacchio, come vedete, e ne ho tralasciati a legioni. Che volete da una povera lettrice onnivora e compulsiva, pure una prestazione tassonomica? Coi generi va meglio: giallo, thriller, noir, ma anche fantascienza e fantasy. Nella saggistica prediligo la fisica teorica. Non ci capisco niente, ma mi piace lo stesso. E questo è un altro mistero della meccanica quantistica.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci

Scrivo in modo torrenziale. Non mi bastano le due ore strette fra un impegno e l'altro. Devo essere del tutto libera, attacco la mattina e a volte capita che faccia buio e non me ne accorga. Sono fortunata perché in casa siamo solo io e il gatto. Lui è paziente.

Scrivo in silenzio. Vivo in una casa silenziosa, è una fortuna e un lusso.

Creare mi dà gioia e alle presentazioni si vede. Sorrido troppo. Il che nuoce alla mia reputazione di assassina seriale. Insomma, chi ci crede che ho sul groppone una sessantina di omicidi, alcuni con modalità efferata? Devo sorridere di meno. Ci riuscirò, prima o poi. 😊

Le domande dei lettori

1. Che cosa pensi dei Premi e dei Concorsi? Ne hai vinti due, se ho letto bene. Che giudizio ne dai?

Sono opportunità. Se non avessi vinto il Tedeschi la mia vita di scrittrice sarebbe andata in un altro modo. I premi successivi mi hanno aiutato a tenere la barra dritta in un mestiere che, lo sai, richiede molta autodisciplina, molta umiltà e molta testardaggine. Li ho visti moltiplicarsi, i premi. Dieci anni fa non erano così tanti e, mi pare, continuano a crescere. L'auspicio è che crescano anche in qualità, oltre che in numero. 

Sto mandando un mio inedito a qualche premio, tanto per provare. Il mio editore mi metteva on guardia dai Premi. Diceva che non vanno bene per gli inediti, perché di solito si vince la loro pubblicazione ma... con case editrici non buone. Lui mi spingeva solo ad inviare ai concorsi solo il mio libro già da lui pubblicato.

Sono due cose diverse, certo. Il tuo editore ha ragione: se il concorso è indetto da una casa editrice, vinci e pubblichi con lei. Bisogna informarsi un po' e scegliere, però, perché ci sono anche editori seri con cui non è male pubblicare. Ciò non esclude che il tuo editore ti promuova nei concorsi per editi. Devo dire, per correttezza, che le mie opinioni sono spesso considerate eretiche. Ma - che ti devo dire? - a me piace mettermi in gioco. Non lo faccio più spesso perché serve il racconto (o il romanzo, o l'haiku) giusto per il concorso giusto.

2. Tra i tuoi personaggi, chi ami di più?

Sono tentata di rispondere 'i prossimi'. Domandaccia, questa. In effetti, tendo a innamorarmi delle mie creature. Ultimamente Zek e Sam hanno richiesto molta attenzione, visto che il sequel di 'Grosso guaio' uscirà in autunno. Ma amo anche Matteo Montesi, protagonista delle storie per il Giallo Mondadori, e la tribù che gli gira intorno. Mi succede una cosa curiosa: a volte mi affeziono a personaggi minori, occasionali, che occupano solo due pagine in una storia, ma un bel pezzo di cuore. Capita che scriva un racconto solo per loro. Credo sia importante avere molta cura anche di personaggi piccoli, di passaggio. 


Trama:

 Questo è un paese tranquillo, gli omicidi non sono tra le specialità locali. Perciò fa scalpore il ritrovamento del cadavere di un uomo, trafitto da una ventina di coltellate e con le mani mozzate, in una grotta sul lago ai Castelli Romani, dopo una notte di luna piena. La grotta è da tempo teatro per notturni riti di magia, così la pista della setta satanica viene quasi naturale. Ma sarà quella giusta? Poi ci sarebbe anche la misteriosa sparizione di un disegno che ritrae una donna bellissima, ma naturalmente non c'entra nulla con quel truce assassinio. O c'entra? L'investigatore privato Matteo Montesi e l'agente di polizia Cristiana Perla, sua compagna, sono gli unici a non accontentarsi di facili risposte, esercitando il metodo del dubbio. Perché cose del genere non capitano mai per caso. Soprattutto in un paese tranquillo come questo.
All'interno, il racconto "Come animali in trappola" di Giulio Roffi, vincitore del premio NebbiaGialla 2012. 

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Trama:

È successo allo scavo archeologico. Il cadavere disarticolato della donna giace ai piedi della scarpata, illuminato dai flash, circondato da paramedici e poliziotti. Le giunture scomposte, gli occhi pieni di niente, un rivolo di sangue secco all'angolo della bocca. Flavia è precipitata nello strapiombo da un'altezza di trenta metri. Lungo il costone, rami spezzati, brandelli di tessuto, residui organici sulle rocce. Un incidente, dicono tutti. Incidente un cavolo. Il pensiero si fa strada nella mente di Matteo Montesi, investigatore privato, che con la vittima aveva un rapporto personale. Oltre che una ricercatrice, impegnata nello studio dei resti rinvenuti di un'antica gladiatrice, lei era soprattutto un'atleta, capace di cavarsela in una situazione di pericolo. Qualcosa però la preoccupava. Lui l'aveva vista muoversi circospetta, quasi percepisse l'incombere di una minaccia. Incidente un cavolo. Omicidio, piuttosto. Al momento è solo una sua fantasia; per trasformarla in un'ipotesi credibile, Montesi dovrà scavare in profondità sotto la superficie delle cose. Montesi l'idealista suo malgrado, in lotta perenne contro lo scetticismo generale. Non ha ancora imparato che è inutile correre dietro alla verità assoluta. È già tanto arrivare a una discreta approssimazione. Ma lui è fatto così. 

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Trama:

I gemelli congiunti Zek e Sam, piccoli balordi della periferia romana, ricevono l'ordine da Chick Lanzetta, boss del quartiere, di dare una lezione a un vecchio orologiaio. Peccato che poco dopo il negoziante venga ritrovato morto. Qualcuno cerca di addossare il crimine ai due fratelli che, mentre cercano di discolparsi, vengono aggrediti, seguiti, minacciati. Ma i ragazzi hanno alcuni improbabili complici nella loro indagine: il vice ispettore Nick Castillo, convinto che stavolta siano solo capri espiatori; Bob Carrezza, un giornalista di cronaca nera; Minny Morelli, il loro allenatore di boxe; Abbe e la "magica" Luz.Una storia ai limiti della realtà e una periferia romana, quella del quadrante sud, che ci regala atmosfere contrastanti, tra malavita e personaggi memorabili. 

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