Faccia a Faccia con Stefano Cirri

17.04.2023

· Che tipo di scrittore sei? Organizzi il lavoro prima di metterti a scrivere o segui l'ispirazione? Parlaci di come procedi durante la stesura di un romanzo.

Penso di essere un pochino disorganizzato! Lavoro col registratore vocale, riscrivo su un file word gli 'spunti', non uso block-notes, non uso carta. Ho un file chiamato 'note' dove c'è di tutto e di più, alla rinfusa.

Direi che il 'lavoro' precedente alla stesura si basa sul plot/sulla trama, sull'incipit (che devo avere in testa) e soprattutto sulla narrazione. Il mio cervello deve essere entrato dentro la storia quanto basta per avere già chiaro il tipo di scrittura da applicare.

Mi sono imposto una regola: se sto scrivendo un libro, devo scrivere tutti i giorni. Senza interruzioni. Anche due pagine. Nell'ultimo lavoro (in uscita, credo, nel 2023) ho seguito questa regola e mi sono trovato bene. Ma ho anche imparato a dare retta alla mia 'squadra' (editor + correttore) superando orgoglio, egoismo e quel muro di autocelebrazione che ogni autore erge attorno a se quando scrive – soprattutto agli inizi. In un certo senso, non vedo l'ora di mettermi in gioco con la mia editor e di ripartire da capo, come se il romanzo iniziasse ex-novo!

· Come hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Quando avevo vent'anni ho buttato giù una trama. La ritenevo talmente 'interessante' che mi sono detto 'diventerò uno scrittore'. Poi la cosa è scemata, ma alcuni frammenti di ciò che avevo scritto all'epoca li ho ritrovati 22 anni dopo nella memoria del PC. È stato da lì che ho inviato seriamente a scrivere. Era il gennaio 2018.

· Prima di essere uno scrittore, sei un lettore appassionato? Qual è stato il tuo primo libro? Qual è il tuo autore preferito? Qual è il tuo genere preferito?

Sono tra quelli che considerano la lettura propedeutica alla scrittura, dunque sì, per questo e per tanti altri motivi sono un lettore appassionato.

Tralasciando le letture 'imposte' dalla scuola credo che il mio primo libro sia stato 'Sulla strada', di Jack Kerouak. Ad oggi indubbiamente il mio autore preferito è Ferdinando Salamino. Per quanto riguarda il mio genere preferito direi il giallo classico e il thriller.

· Cos'hai provato la prima volta che hai tenuto in mano il tuo romanzo? Com'è stato vederlo sugli scaffali delle librerie o scoprire che qualcuno lo stava leggendo?

Avevo una scatola con le mie copie, chiusa con del nastro adesivo. L'ho portata a casa, l'ho messa sul tavolo e l'ho aperta insieme a Laura, mia moglie. In quel momento ho pensato 't'immagini se l'editore ha sbagliato e mi ha dato le copie di un altro autore?' Non è successo niente di tutto ciò! Il libro era il mio (era L'ostentatore), con la sua copertina surreale su sfondo giallo. Mi è venuta una botta al cuore!

Sono due sensazioni differenti ma altrettanto intense. La libreria è sempre stato il mio sogno, fin dal gennaio 2018 (vedi sopra) sognavo di entrare in libreria e chiedere 'scusi, cercavo il libro di Stefano Cirri'. Non è successo proprio così ma quasi! E vederlo vicino a Marco Vichi, o Fabrizio Silei, o addirittura sotto Umberto Eco mi ha fatto emozionare. Discorso a parte riguarda i lettori. Chi scrive sa quanto sia difficile 'vendere' anche solo una copia, e se all'inizio i lettori erano persone appartenenti a una cerchia ristretta, quando ho scoperto che degli illustri sconosciuti stavano comprando fisicamente il libro ho capito che ce l'avevo fatta.

· Hai qualche rito particolare che segui prima e durante la scrittura? Hai un posto dove preferisci scrivere? Le tue sessioni di scrittura hanno una colonna sonora oppure hai bisogno di assoluto silenzio per concentrarti?

Direi di no, nessun rito particolare! Per fortuna riesco a scrivere ovunque e con qualsiasi condizione: la tv accesa, i cani accanto a me, i rumori esterni… insomma, riesco a non farmi condizionare. Durante le sessioni di scrittura non uso la musica come sottofondo ma non mi disturbano i rumori.

· A quale dei tuoi romanzi sei più legato e perché?

'95 decimi' è il mio romanzo più importante, più significativo, più… tutto. Impossibile non essere legato a 95 decimi, che rappresenta la svolta, e in un certo senso anche l'ingresso dentro un 'mondo' che ho sempre desiderato affrontare. Un mondo cupo, crudo, introspettivo, forte, a tratti anche disumano. Ma 95 decimi è anche l'apice della mia scrittura. Una scrittura che ho visto coi miei occhi in alcuni miei 'ispiratori' (Salamino, Volponi, Domenica Lupia) che tanto mi hanno insegnato in tal senso. 95 decimi ha fatto uscire uno Stefano Cirri maturo, adulto.

· Hai realizzato i tuoi sogni da bambino? Era già in programma di diventare uno scrittore o non ci avevi mai pensato da piccolo? Riesci a scrivere a tempo pieno o devi dividerti con altre attività remunerate?

I miei sogni di bambino non credo, quelli di adolescente direi di sì! L'idea di diventare scrittore è nata solo intorno ai vent'anni. Sono un libero professionista, nella vita. La mia fonte di guadagno arriva dal mio lavoro (per fortuna, aggiungerei!). Vivrei di scrittura, se potessi? Certo che sì. Ma non solo: vivrei di scrittura e di falegnameria, aprirei una libreria dove tutto è in legno e venderei SOLO autori emergenti. Poi magari fallirei nel giro di un mese, ma a me piace sognare.

· Tre curiosità su di te come scrittore. Raccontaci.

Fumo tanto, mentre scrivo. Se sono in stesura non riesco a leggere libri. Traggo ispirazione dal quotidiano, e da tutto ciò che nel quotidiano 'stona' con l'abitudinario.  

Le domande dei lettori

1. Da quando iniziai a scrivere, sono diventata una lettrice con più aspettative. Per quanto ti riguarda, pensi che lo scrivere ti abbia cambiato come lettore?

Senza ombra di dubbio mi ha reso un lettore più elastico e meno chiuso verso certi generi. Sono diventato aperto, ho imparato a sorvolare sulle etichette, ho imparato a soffermarmi sulla scrittura ancora prima che sulla trama.

2. Cosa ti piace di più nello scrivere gialli?

La mia mente è molto molto logica, deduttiva e matematica. Ti posso dire, ribaltando la domanda, che non sarei in grado di scrivere nient'altro proprio per una propensione personale. Faccio sempre un esempio pratico: se mi capita di trovare un foglio di giornale abbandonato a bordo strada la mia indole mi porta a cercare la data, rilevare i fatti salienti di quel giorno e chiedermi perché si è abbandonato proprio quella pagina lì. C'è un misto di curiosità, ricerca della verità e suspanse che 'vivo' mentre scrivo. E questa per me è imbattibile. 

Trama:

Marco sta tornando a casa. Ha appena terminato il suo appuntamento settimanale con l'espiazione, a Firenze, tra pannoloni sporchi e anziani incontinenti. All'improvviso una frenata. Brusca. Il treno su cui sta viaggiando si ferma tra una galleria e l'altra. Poco dopo il paese di Ronta. La linea ferroviaria è bloccata, perché qualcuno si è tolto la vita buttandosi contro il regionale che fa la tratta opposta, quella da Faenza a Firenze. Da quel momento, la curiosità di Marco per il gesto del disperato si trasforma in ossessione. Perché è un suicidio anomalo quello di Giovanni Sperti, padre di famiglia e affermato dirigente d'industria. Marco avverte come un'empatia con lui, il desiderio di scavare nel suo passato. Il morto nasconde qualcosa, si è portato nella tomba un segreto. Un segreto di quelli inconfessabili. Terribili. Agghiaccianti. 

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Trama:

Il piccolo Mattia, morto a soli otto anni per una crisi respiratoria fatale, riposa al cimitero della Montagnola, rione immaginario (ma non troppo) sulle colline intorno a Firenze. La sua lapide, decorata da venti palloncini colorati, inizia improvvisamente ad essere profanata da mano sconosciuta, che li buca uno ad uno facendoli scoppiare. Per scoprire il colpevole, un gruppo di giovani capeggiati dal sagace Lorenzo si immerge in un'indagine che coinvolgerà tutta la zona e avrà – come spesso accade – risvolti minacciosi e inaspettati. Una vedova solitaria e un po' inquietante, uno pseudo-giornalista senza scrupoli, un ristoratore in pensione sono alcune delle pedine nella grande scacchiera di un romanzo capace di abbagliare con lampi di mostruosa genialità.

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Trama:

La Fattoria de' Grulli è un luogo di possibilità, dove mezz'orfani e persone diversamente abili possono svolgere un lavoro e trovare un ambiente accogliente. Insieme ai diversamente normali che se ne occupano e gestiscono le attività, quella della Fattoria de' Grulli è una sorta di grande famiglia. Quando però un giorno di marzo viene ritrovata una sagoma intagliata nel legno e confitta nel terreno, il solito clima sereno si guasta. Tutti i diversamente normali pensano che l'autore sia Francesco, detto Chicco, che aiuta il protagonista Giovanni nel laboratorio di falegnameria, ma i tentativi degli operatori di sviscerare il significato di questo oggetto non fanno che peggiorare la situazione. Nel frattempo, le sagome ritrovate diventano due, cinque, sette. E sono sempre più sfigurate e inquietanti. Chiunque ne sia l'autore, sembra abbia bisogno di esternare qualcosa di tremendo, che lo riguarda e lo turba oltre ogni limite. Quando l'ultima sagoma verrà scoperta, emergerà una storia crudele, di violenza ma anche di noncuranza. E tutti si sentiranno, in qualche modo, colpevoli.

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