Il killer dell'Apocalisse di Fabrizio Carcano

«Quando Satana verrà liberato dal suo carcere, con me avrà la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.»

Estate 1976. Milano è scossa da un'ondata di violenza malavitosa e politica. Nella «città della paura» ogni giorno si spara e si uccide, e il giovane bandito Renzo Vallaguzza, appena evaso, si prepara a mettere a ferro e fuoco la metropoli e a fare la guerra al boss Frank Turturro, il signore delle bische.

In questo clima rovente ci sono altri delitti: li firma un assassino che rivendica i suoi omicidi con passi estratti dal libro dell'Apocalisse ammazzando con terra, acqua, aria e fuoco. Sulle sue tracce c'è il commissario Vittorio Maspero, affiancato dall'inquisitore padre Jadran, perché dietro questa scia di sangue si nasconde un orrore lontano e un segreto celato all'ombra del crocifisso.

Milano è il luogo che fa da sfondo al romanzo, siamo dopo circa trent'anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Guerra e dopoguerra sono anni difficili; durante il conflitto c'è la paura del futuro, anche di quello vicino perché una bomba o un proiettile può spezzare qualsiasi vita. Il dopoguerra non è molto più semplice, le persone sopravvissute devono riorganizzare la vita cercando di trovare punti fermi a cui aggrapparsi per trovare la forza e ripartire. Fabrizio ambienta in questo scenario la sua storia con personaggi che già conosciamo. Il commissario Vittorio Maspero è al quarto romanzo. L'autore scrive nella nota a fine testo che non c'è bisogno di leggerli seguendo l'ordine di uscita per conoscere i personaggi, le storie sono autoconclusive e se riprende qualche fatto lo spiega. Questo è vero, Vittorio Maspero, come gli altri personaggi, si conoscono  e si entra nei loro cuori, alcuni pieni di ghiaccio... ma ho la sensazione che, almeno il commissario, non abbia ancora detto tutto i sé. Non è un commissario "classico", un personaggio eretto, senza macchia e senza infamia, è umano, uno che commette errori e che a volte compie brutte azioni; è uno che ha come "amici" personaggi della mala e non se ne vergogna pur essendo un commissario di polizia. Come personaggio mi piace ma sento che non si è aperto del tutto e ha ancora molto di cui parlare. Come mai un personaggio che ha scelto di entrare nel corpo della polizia rimane così legato alla mala? E' solo per avere un appoggio visto i tempi difficili che corrono in questi anni? O c'è dell'altro? Il commissario è un personaggio che rimane e che, credo, abbia ancora molto da raccontare. Belli anche gli altri, avvolti però da meno mistero e ho apprezzato questo aspetto; non sono meno importanti ma quello che dobbiamo sapere si scopre durante la lettura.

Mi è piaciuta l'ambientazione, molto. I luoghi sono ben descritti come le atmosfere cupe del tempo. Si sente la paura del domani. Milano in quegli anni diventa la città della paura perché ci sono delle bande criminali che organizzano rapine a banche e poste, la malavita ormai ha messo le radici e in tutta la nazione incombe la minaccia terroristica. 

Carcano tra le sue pagine intreccia due storie, una dove il commissario Maspero indaga sulla morte di una ragazza drogata deceduta per overdose, le dosi sono tagliate male, ci sarà un nuovo spacciatore alle prime armi? Maspero viene convocato anche sul luogo del ritrovamento di un cadavere, un ex pugile torturato e sepolto in un campo, ha un verso dell'Apocalisse di San Giovanni vicino a lui. Cosa significa? Le morti non finiscono qui e il commissario deve usare ogni mezzo per portare avanti le indagini e fare luce sui fatti. Avrà anche l'aiuto di due inquisitori inviati dal Santo Uffizio, Jadran e Harald.

La lettura scorre molto veloce, il romanzo è ben scritto, scorrevole, pieno di emozioni che arrivano dritte al cuore, angoscia, paura e la fantasia dell'autore si intreccia alla perfezioni con le ambientazioni storiche e i fatti raccontati sembrano reali. E' riuscito a ricreare quegli anni di paura creando una storia che sembra reale. 

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