La quinta carta di Fabrizio Carcano
«Ardigò estrasse dalla busta una carta da gioco: un asso, di un seme inesistente, di colore viola, con quattro teschi agli angoli, appoggiati sopra tibie incrociate, e un quinto asso centrale, con serpi che fuoriuscivano dalle cavità oculari.»
La scrittura di Carcano è coinvolgente, incisiva, senza fronzoli e molto scorrevole. La trama è accattivante, da pochi spunti presi dalla realtà (meno male pochi viste le vicende raccontate) ha costruito una storia piena di colpi di scena.
Una cosa che amo del suo modo di scrivere è il fatto che racconti le vicende entrando nei dettagli dell' animo dei personaggi tornando indietro e narrando le vicende che li hanno portati a fare quelle scelte.
I personaggi sono molto caratterizzati e Milano si fa vedere nelle sue atmosfere cupe seguendo l'animo di Ardigò che in questo romanzo ha anche il piacere di incontrare Crespo, personaggio nato dalla penna di Gianluca Veltri, collega di Carcano nella collana di Mursia Giungla Gialla.
Purtroppo qualche refuso o errore di battitura è sfuggito al regolare controllo degli editing ma questo non blocca la lettura che scorre comunque molto veloce.
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