Padiglione 8 Bambini Interrotti di Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti

01.03.2024
Padiglione 8. Gli irrecuperabili. Pericolosi per sé e per gli altri.
Dopo Se la città dorme un nuovo caso per Luce Giordano e la sua squadra.

Un cadavere straziato.
Uno spettacolo teatrale di ex pazienti psichiatrici.
Un cold case archiviato in tutta fretta.
Santa Maria della Pietà, ex manicomio provinciale. Un luogo apparentemente idilliaco ma che trasuda angoscia e sofferenza a cominciare dagli inquietanti murales che incombono dai padiglioni dismessi e abbandonati.

I bambini di allora oggi sono adulti segnati dalla sofferenza e dalle ferite che gli sono state inflitte. Ferite che hanno lasciato un’impronta indelebile.

Toccherà a Luce Giordano intrecciare i fili di trama e ordito per ridisegnare uno scenario doloroso e lacerante, lottando ancora una volta contro pregiudizi e luoghi comuni, per ristabilire finalmente la verità.
Riuscirà a farlo prima che per la sua amica Carlotta sia troppo tardi?
Questo è il secondo volume con protagonista Luce Giordano, romanzo che fa parte della collana FiatLux. Le autrici trattano un argomento per niente facile che però non vi voglio svelare tra queste righe. Per prenderla alla larga, molto alla larga, diciamo che si parla di pregiudizi e luoghi comuni che spesso portano le persone a parlare con frasi fatte, a volte comode per non sollevare discussioni che in quel momento faremmo fatica a portare avanti. Luce si troverà a dover snodare una matassa che ha molti "fili" di luoghi comuni da far girare la testa. 

Viene trovato un cadavere in un ex manicomio dove alcuni ex pazienti guidati da una compagnia teatrale stanno cercando di creare uno spettacolo. Queste persone cresciute in manicomio stanno cercando di mostrare le sofferenze, spiegando le paure e mostrano le ferite che gli hanno lasciato quegli anni. Il cadavere li agita ancora di più perché quell' omicidio assomiglia molto ad uno avvenuto nel 1974, stesso luogo e stesse modalità. 

Luce Giordano è un personaggio che mi è piaciuto fin da subito. Mi trasmette bellezza, vivacità e vita. È insicura, piena di gioia di vivere, amore per il lavoro, acuta e quando serve decisa. Ha capito che la vita non regala e sa che per cercare la felicità devi prendere delle decisioni talvolta non facili. È un personaggio che dal primo libro è cresciuto molto e mi ha insegnato tanto. Trasmette la voglia di capire il prossimo cercando di vedere oltre il proprio modo di vedere, lasciare da parte le apparenze e mandare avanti l'anima. Sono ben caratterizzati anche  gli altri personaggi, soprattutto i pazienti del manicomio, svelandone i loro atteggiamenti, le loro paure e le loro sensazioni. I luoghi del romanzo sono ben descritti, soprattutto all'interno del manicomio, da quasi la sensazione di essere presenti e di camminare in quei luoghi così freddi e asfittici.

Il romanzo sembra scritto da una persona sola, ma credo che Elisabetta e Gabriella, dopo anni di lavoro insieme scrivono in simbiosi. La scrittura è precisa, attenta e scorrevole e la soluzione non è facile da decifrare.

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