Padiglione 8 Bambini Interrotti di Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti
I bambini di allora oggi sono adulti segnati dalla sofferenza e dalle ferite che gli sono state inflitte. Ferite che hanno lasciato un’impronta indelebile.
Viene trovato un cadavere in un ex manicomio dove alcuni ex pazienti guidati da una compagnia teatrale stanno cercando di creare uno spettacolo. Queste persone cresciute in manicomio stanno cercando di mostrare le sofferenze, spiegando le paure e mostrano le ferite che gli hanno lasciato quegli anni. Il cadavere li agita ancora di più perché quell' omicidio assomiglia molto ad uno avvenuto nel 1974, stesso luogo e stesse modalità.
Luce Giordano è un personaggio che mi è piaciuto fin da subito. Mi trasmette bellezza, vivacità e vita. È insicura, piena di gioia di vivere, amore per il lavoro, acuta e quando serve decisa. Ha capito che la vita non regala e sa che per cercare la felicità devi prendere delle decisioni talvolta non facili. È un personaggio che dal primo libro è cresciuto molto e mi ha insegnato tanto. Trasmette la voglia di capire il prossimo cercando di vedere oltre il proprio modo di vedere, lasciare da parte le apparenze e mandare avanti l'anima. Sono ben caratterizzati anche gli altri personaggi, soprattutto i pazienti del manicomio, svelandone i loro atteggiamenti, le loro paure e le loro sensazioni. I luoghi del romanzo sono ben descritti, soprattutto all'interno del manicomio, da quasi la sensazione di essere presenti e di camminare in quei luoghi così freddi e asfittici.
Il romanzo sembra scritto da una persona sola, ma credo che Elisabetta e Gabriella, dopo anni di lavoro insieme scrivono in simbiosi. La scrittura è precisa, attenta e scorrevole e la soluzione non è facile da decifrare.